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22 febbraio 2001
Iniziata da Bologna con il concerto di Wynton Marsalis e della Lincoln Center Jazz Orchestra, la seconda edizione di Crossroads si appresta a rendere doveroso omaggio a una autentica leggenda vivente del jazz: Max Roach. Questo gigante della batteria sarà al centro, sempre a Bologna, di alcune importanti iniziative, a cominciare dal conferimento – primo jazzista ad essere insignito nel nostro Paese di un riconoscimento così prestigioso – della Laurea Honoris Causa in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo. La cerimonia, inserita nel quadro delle celebrazioni del Trentennale del DAMS, avrà luogo lunedì 26 febbraio alle ore 17, presso l’Aula Magna di Santa Lucia. Nei giorni successivi Roach sarà protagonista di altri appuntamenti: martedì 27 alla Cantina Bentivoglio (ore 21) incontrerà i musicisti bolognesi e non si esclude che possa unirsi a loro in jam session, come ai vecchi tempi; mercoledì 28 (Archiginnasio – Sala dello Stabat Mater, ore 18) avverrà invece la proiezione, sempre alla presenza del settantasettenne musicista americano, del video Jazz Collection: Max Roach, con filmati rari che riprendono il batterista in vari momenti significativi della sua luminosa carriera. Nato a New Land, nel North Carolina, il 10 gennaio 1924, Max Roach
è stato negli anni Quaranta, insieme a Charlie Parker, Dizzy Gillespie
e Bud Powell, uno dei massimi artefici della rivoluzionaria stagione del
Bebop. Nel decennio successivo ha poi fondato un celebre gruppo guidato
assieme al trombettista Clifford Brown e collaborato, fra gli altri, con
Sonny Rollins, Charles Mingus e Miles Davis. Artista dalle ampie
vedute, capace di confrontarsi con le generazioni di musicisti a lui successive
(ha suonato anche con esponenti dell’avanguardia come Archie Shepp, Cecil
Taylor e Anthony Braxton), Max Roach si è anche distinto per il
proprio
impegno sociale, come testimonia la giustamente celebre We Insist! Freedom
Now Suite del 1960, manifesto in musica della lotta per i diritti civili
dei neri d’America. Sul piano strumentale, poi, la sua lezione rimane impagabile,
collocandolo nel novero di quei batteristi che hanno innovato l’approccio
stilistico a piatti e tamburi.
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