Crossroads, giunto alla quarta edizione, intraprende nuovamente il suo viaggio affascinante attraverso le diverse sonorità del jazz contemporaneo, musica viva e libera, nel continuo e proficuo dialogo con altri linguaggi artistici. Ancor più esteso sul territorio della regione Emilia Romagna, grazie a nuove adesioni raccolte strada facendo, il festival itinerante percorrerà il suo tragitto lungo tre mesi, toccando ben diciannove centri, tra città grandi e piccole. Trasversale anche in questo, come negli spazi che ospitano gli eventi, dai teatri di tradizione a quelli di provincia, dalle sale da concerto ai club.
Prodotto dall'associazione Europe Jazz Network (prima rete telematica in campo culturale già negli anni '80), con l'adesione di numerose Istituzioni e Associazioni, Crossroads 2003 presenta, accanto ad autorevoli personalità del panorama jazzistico internazionale, talenti emergenti o di recente affermazione, in alcuni casi coinvolti in produzioni originali o in progetti interdisciplinari.
L'inaugurazione del festival coincide con il primo di quattro appuntamenti previsti a Rimini, nel segno anche quest'anno dell'incontro fra jazz e canzone, protagonisti l'ormai celebre coppia formata dal sassofonista inglese John Surman e dal batterista americano Jack DeJohnette, preceduta dal non meno stimolante duo fra la vocalist Cristina Zavalloni e il pianista Stefano De Bonis. Seguiranno, nelle serate successive: lo storico sassofonista Lee Konitz e il suo nuovo String Project, con gli arrangiamenti di Ohad Talmor; un doppio concerto con il duo del pianista Franco D'Andrea e del percussionista argentino Luis Agudo e il gruppo brasiliano diretto dal violoncellista Jacques Morelenbaum e il chitarrista Paulo Jobim, figlio del grande Antonio Carlos Jobim; poi l'attenzione si sposterà sulle canzoni di Joni Mitchell e di Bob Dylan, rivisitate rispettivamente da Maria Pia De Vito (con Danilo Rea, Enzo Pietropaoli e Roberto Gatto) e dal trio Jewels & Binoculars, ovvero il clarinettista Michael Moore, il bassista Lindsay Horner e il batterista Michael Vatcher.
A Lugo, terreno fecondo grazie alla solida partnership con la Fondazione Teatro Rossini, il rinomato fisarmonicista francese Richard Galliano, alla guida di un organico di impronta cameristica, con il progetto "Piazzolla Forever" renderà sentito omaggio al suo Maestro.
Continua la collaborazione con "Cassero Jazz", che nell'arco di tre giorni vedrà alternarsi il duo sax - percussioni di Eugenio Colombo e Carlo Rizzo e il progetto "La partenza della sposa" del pianista Mauro Patricelli, il quintetto Terre di Mezzo con Gianluigi Trovesi e Ettore Fioravanti, il duo statunitense costituito dal sassofonista Greg Osby e dal pianista Jason Moran, e il Trans Europe Trio, ideato dal trombettista Marco Tamburini e forte della presenza del chitarrista transalpino Christian Escoudé.
Come di consueto un importante segmento di Crossroads riguarderà la città di Ravenna, nel segno dell'eredità di una gloriosa manifestazione come "Mister Jazz", con la sua tradizione di concerti e seminari: saranno di scena il formidabile quartetto del sassofonista Wayne Shorter, tornato di recente ad esprimersi ad altissimi livelli, proprio in compagnia dei suoi attuali partner (Danilo Perez al pianoforte, John Patitucci al contrabbasso e Brian Blade alla batteria); in collaborazione con Ravenna Teatro, lo spettacolo "La storia del Labirinto", incontro fra la voce recitante di Mara Baronti e gli strumenti di Enzo Favata e Alfredo Laviano, con l'attiva complicità di Valerio Binasco. Quest'anno i tradizionali workshop sono affidati alla cantante Barbara Casini, profonda conoscitrice del composito universo della musica popolare brasiliana, e al rinomato trio Doctor 3 (Danilo Rea al piano, Enzo Pietropaoli al contrabbasso e Fabrizio Sferra alla batteria), tutti impegnati poi in un concerto finale.
Nata nel 1979, "Reggio Emilia Jazz", uno dei più prestigiosi appuntamenti in Regione, ha realizzato nel lungo arco della sua vita iniziative di eccezionale originalità: basti ricordare la fama mondiale dei "Ritratti d'Artista" dedicati a Ornette Coleman e Han Bennink. Un quarto di secolo che ha fatto la storia del jazz.
Quest'anno, la città emiliana riduce la sua presenza in cartellone ad un'unica data: Crossroads ospita infatti una produzione della neonata ReggioEmiliaMusica, l'omaggio a Cathy Berberian offerto da Cristina Zavalloni, con nuove opere, fra l'altro, dell'olandese Louis Andriessen, di Paolo Castaldi e Claudio Lugo.
Contestualmente, grazie ad una nuova partnership con il Comune e l'Ater, rinasce il jazz a Correggio, che già affiancava "Reggio Emilia Jazz" nelle sue primissime edizioni: dopo anni di ibernazione, risorge lo storico filone sul palco di un rinnovato Teatro Asioli, con tre interessanti serate: l'attore Ivano Marescotti e il gruppo Faxtet nella ripresa scenica del recente libro di Aldo Gianolio "A Duke Ellington non piaceva Hitchcock"; Stefano Bollani, impegnato in un piano solo, e il quartetto del sassofonista Chris Potter; il duo formato dal contrabbassista Furio Di Castri e dal trombonista Gianluca Petrella e i newyorkesi Sex Mob guidati dal trombettista Steven Bernstein.
La programmazione di Imola si arricchisce della partecipazione istituzionale e passa a tre serate, proponendo il settetto del trombettista Dave Douglas, figura di primissimo piano dell'attuale panorama jazzistico, l'inedito incontro fra la spettacolare Koçani Orkestar, una delle più apprezzate formazioni balcaniche, la tromba di Paolo Fresu e il piano e la fisarmonica di Antonello Salis, e per finire il sempre appassionante Art Ensemble Of Chicago, nelle cui file è recentemente rientrato il sassofonista Joseph Jarman, affiancandosi così di nuovo agli altri componenti storici del gruppo, Roscoe Mitchell, Malachi Favors e Don Moye.
Il connubio di lunga data con TIR Danza di Modena darà luogo quest'anno alla produzione "Gotta Go", incontro fra danza e musica con le coreografie dell'americana Teri J. Weikel (non nuova a stimolanti confronti con il mondo del jazz e dell'improvvisazione in genere) e di Rossella Fiumi, e le musiche eseguite dal vivo dal pianista e fisarmonicista Antonello Salis e dal percussionista Michele Rabbia.
New entry nel circuito di Crossroads, il Container Club di Bologna, il Teatro Itc di San Lazzaro, il Teatro Petrella di Longiano, e cinque località della provincia felsinea: a Bologna, è in programma un omaggio allo storico Modern Jazz Quartet offerto da Alessandro Di Puccio al vibrafono, Paolo Birro al pianoforte, Paolo Ghetti al contrabbasso e Alessandro Fabbri alla batteria (ospite il sax di Piero Odorici); a San Lazzaro, il sassofonista di origini israeliane Assif Tsahar e il pianista-percussionista Cooper-Moore, due fra i più interessanti esponenti dell'attuale scena d'avanguardia newyorkese; a Longiano, il collaudato duetto del trombettista Enrico Rava, il più internazionale dei nostri jazzisti, e del pianista Stefano Bollani, e la coppia di fisarmoniche Antonello Salis - Simone Zanchini: nella provincia di Bologna, in collaborazione con "Donne in Jazz", cantanti e strumentiste di valore: il trio Mephista (Sylvie Courvoisier al pianoforte, Ikue Mori alle percussioni elettroniche e Susie Ibarra alla batteria), a Malalbergo, Rita Botto e il suo quartetto Ethnea in un omaggio a Rosa Balistreri a Baricella, il gruppo sassofonistico Girl Talk diretto dalla austriaca Helga Plankensteiner a Minerbio, l'americana Nnenna Freelon, nuova star del canto jazz, a Molinella, il gruppo pugliese Faraualla e la Meridiana Multijazz Orchestra a Budrio, e infine Serena Bandoli e il chitarrista Fabrizio Tarroni per un tributo alla canzone francese a Granarolo.
Di rilievo sono pure gli appuntamenti di Forlì e Dozza, rispettivamente affidati al duo del polistrumentista David Lindley con il batterista Wally Ingram e al quartetto dell'organista inglese James Taylor, uno dei padri dell'acid jazz, e al trio del sassofonista Maurizio Giammarco, il trio del contrabbassista Lello Pareti, il quartetto Viktoria Frey in un omaggio ad Hanns Eisler e Kurt Weill (Sabina Meyer alla voce, Lauro Rossi al trombone, Fabrizio Puglisi al pianoforte e Fabrizio Spera alla batteria).
Crossroads, un festival, una rete di eventi, che cerca di riflettere la vivida e complessa ricchezza del jazz, che con le sue regole flessibili, la sua capacità di spaziare senza limiti né pregiudizi, è apertura per antonomasia, prefigura le possibili musiche del futuro. Il jazz come musica del mondo, in un fecondo cosmopolitismo, dove vinca davvero l'osmosi, l'unione pacifica delle culture nel loro libero confronto.
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