Sabato 24 febbraio
PIACENZA, TEATRO PRESIDENT, ORE 21:15
"Piacenza Jazz"
PAOLO FRESU & URI CAINE “THINGS”
Paolo Fresu – tromba, flicorno, effetti; Uri Caine – pianoforte
L’ottava edizione di Crossroads prende avvio nel segno di uno dei sodalizi jazzistici più felici degli ultimi anni: quello fra l’americano Uri Caine e il nostro Paolo Fresu. Il pianista di Philadelphia è noto per le sue visionarie rivisitazioni di compositori classici, da Mahler a Schumann, da Bach a Beethoven, da Wagner a Mozart: il suo approccio a monumenti della musica classica, apparentemente intoccabili, è coraggioso, sicuramente fuori dalle convenzioni, così come lo è quello alla tradizione del jazz, di cui è peraltro profondo conoscitore. Cosa che lo accomuna a Paolo Fresu, musicista anch’egli animato da uno spiccato senso dell’avventura e sorta di punto d’incontro fra le poetiche di Miles Davis e Chet Baker. Insieme, il trombettista italiano e Caine hanno inciso Things, album che riflette l’ampia visione musicale di entrambi, accostando a composizioni originali riletture di celebri standard del jazz (“Dear Old Stockholm”, “Everything Happens To Me”, “Cheek To Cheek”, il gershwiniano “I Loves You Porgy” e il davisiano “Solar”), di una famosa canzone italiana come “E se domani” e di una pagina di Monteverdi (“Sì dolce è il tormento”).
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Sabato 3 marzo
DOZZA (BO)
ENOTECA REGIONALE DELL'EMILIA-ROMAGNA, ORE 18:00
“EnoDozzaJazz”
FELICE DEL GAUDIO BASS SOLO “La Via Lattea”
TEATRO COMUNALE, ORE 21:30
“Dozza Jazz”
ALEX VON SCHLIPPENBACH & DANIELE D’AGARO DUO
Alex Von Schlippenbach – pianoforte; Daniele D’Agaro – sassofoni, clarinetto
Il primo dei doppi appuntamenti di Crossroads a Dozza ha come protagonisti uno dei più originali contrabbassisti italiani e un duo che, nonostante la recente costituzione, è da annoverare fra i migliori del momento.
Felice Del Gaudio è nato a Maratea e nella sua musica il legame con la terra di origine è evidente. In compagnia del suo strumento compie un viaggio che dalla Lucania si spinge verso l’Africa, il Nord Europa, l’India. Un viaggio fra melodie antiche filtrato da una sensibilità moderna.
Il tedesco Alex Von Schlippenbach, mente della Globe Unity Orchestra e di altre grandi imprese dell’improvvisazione radicale europea, e il sassofonista friulano Daniele D’Agaro, cresciuto artisticamente in Olanda e da tempo abituato a frequentazioni internazionali, si sono incontrati nel 2003, ma fino allo scorso anno hanno tenuto per sé l’idea di suonare insieme. L’amore per la musica di Monk e il gusto per il rischio sono il punto di partenza di un duo tanto interessante quanto sorprendente.
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Martedì 6 marzo
MODENA, LA TENDA, ORE 21:30
FIVE FOR JAZZ
feat. Flavio Boltro, Pietro Tonolo, Luigi Bonafede, Marco Micheli, Francesco Sotgiu
Flavio Boltro – tromba; Pietro Tonolo – sax tenore, sax soprano;
Luigi Bonafede – pianoforte; Marco Micheli – contrabbasso; Francesco Sotgiu – batteria
Il più sanguigno jazz di filiazione boppistica fa da collante a un quintetto che nel contempo appartiene alla storia e all’attualità del jazz italiano. I Five For Jazz si sono infatti costituiti originariamente nella prima metà degli anni Ottanta lasciando un indelebile ricordo di sé, racchiuso nell’album Live In Sanremo And In Pesaro, inciso nel 1984. A quel tempo il gruppo comprendeva il compianto Massimo Urbani e Pietro Tonolo ai sassofoni, Luigi Bonafede al pianoforte, Piero Leveratto al contrabbasso e Paolo Pellegatti alla batteria e con questa configurazione partecipò a importanti festival come Umbria Jazz e La Grande Parade du Jazz di Nizza. Negli anni Novanta, per ricordare proprio la prematura scomparsa di Urbani, i Five For Jazz si sono riuniti schierando Flavio Boltro, Emanuele Cisi, lo stesso Bonafede, Rosario Bonaccorso e Francesco Sotgiu. Adesso è venuto il momento di una terza edizione, quasi una sintesi delle prime due, dalle quali i nuovi Five For Jazz hanno inevitabilmente ereditato lo spiccato senso dello swing.
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Giovedì 8 marzo
MASSA LOMBARDA (RA), SALA DEL CARMINE, ORE 21:00
RACHELLE GARNIEZ & MATT MUNISTERI DUO
Rachelle Garniez – voce, pianoforte, fisarmonica, chitarra; Matt Munisteri – chitarra
Cantante magnetica, raffinata polistrumentista, nonché compositrice di notevole talento, Rachelle Garniez, una delle presenze più interessanti della attuale downtown scene newyorkese, mescola in maniera personale jazz, blues, country, ska, klezmer, latin e mille altre musiche. Oltre alle numerose esibizioni come leader o sidewoman (accanto a Dave Hofstra, Phillip Johnston, Joe Ruddick, Lori Carson), Rachelle è attiva come autrice di musiche da film (“The Opportunists” con Christopher Walken e Cyndi Lauper, “Chain of Desire” con Malcolm McDowell e Betty Anderson, “Rave” con Nicole Thom), per la danza (con la coreografa Keely Garfield) e per il teatro. Nel 1996 ha fondato il gruppo The Fortunate Few con cui ha inciso tre album: Serenade City (1998), Crazy Blood (2001) e Luckyday (2003). Abituale collaboratore di Rachelle Garniez, Matt Munisteri è strumentista versatile, conoscitore di vari stili chitarristici, e proprio per questo motivo ha suonato con personalità diverse tra loro come Wynton Marsalis, Steven Bernstein, Jimmy Scott e Madeleine Peyroux.
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Sabato 10 marzo
DOZZA (BO)
ENOTECA REGIONALE DELL'EMILIA-ROMAGNA, ORE 18:00
“EnoDozzaJazz”
VASKO ATANASOVSKI SOLO “Akupunktura”
TEATRO COMUNALE, ORE 21:30
“Dozza Jazz”
CECILIA FINOTTI TRIO
Cecilia Finotti – voce; Mauro Campobasso – chitarre; Mauro Manzoni – sax
VASKO ATANASOVSKI “ADRABESA QUARTET”
Vasko Atanasovski – sassofoni, flauto; Simone Zanchini – fisarmonica;
Roberto Bartoli – contrabbasso; Krunoslav Levacic – batteria
Già ospite di Crossroads nel 2005, all’indomani dell’uscita del suo secondo album, Nevermore, che l’ha imposta a livello nazionale, Cecilia Finotti torna con un nuovo gruppo e con nuove canzoni. A fianco della cantante bolognese ci sono il chitarrista Mauro Campobasso e il sassofonista Mauro Manzoni, entrambi impegnati a tirar fuori suoni anche da macchine elettroniche. Ma sempre con discrezione, per non turbare la dimensione quasi cameristica che Cecilia Finotti intende adesso dare alla sua musica.
Vasko Atanasovski è uno dei più interessanti esponenti del jazz sloveno. Ha all’attivo diversi album nei quali il jazz si mescola con la tradizione balcanica, ma anche con il flamenco e profumi orientali. Il risultato è un mix di suoni che equivale ad un ideale abbraccio fra culture diverse. In solo o con il suo Adrabesa Quartet, che conta la presenza degli italiani Simone Zanchini e Roberto Bartoli, Atanasovski si esprime in modo personale mettendo sempre in evidenza un fluido eloquio improvvisativo.
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Martedì 13 marzo
CERVIA (RA), TEATRO COMUNALE, ORE 21:00
JAMIE SAFT TRIO feat. Greg Cohen & Ben Perowsky
“Plays the music of Bob Dylan and John Zorn”
Jamie Saft – pianoforte; Greg Cohen – contrabbasso;
Ben Perowsky – batteria
Jamie Saft è uno dei più poliedrici tastieristi oggi sulle scene. Basti pensare che nel suo vasto curriculum si incontrano collaborazioni con Laurie Anderson, John Zorn, i B-52’s, Dave Douglas, i Cubanos Postizos di Marc Ribot, Antony and The Johnsons, Groove Collective, con il compositore John Adams a tanti altri ancora. Saft è membro dell’associazione Prohibited Beatz, che promuove la ricerca nell’ambito delle più avanzate tendenze in fatto di tecnologia applicata alla musica. Nel suo omaggio a Bob Dylan e a John Zorn il musicista newyorkese è coadiuvato da due partner di provata esperienza quali il contrabbassista Greg Cohen e il batterista Ben Perowsky. Il primo è noto per le sue collaborazioni con lo stesso John Zorn, soprattutto in qualità di componente del quartetto Masada, e con Tom Waits. Perowsky è uno dei batteristi più ricercati della downtown scene e attualmente suona, fra l’altro, nel trio di Uri Caine.
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Giovedì 15 marzo
RAVENNA, TEATRO RASI
“Mister Jazz”
ore 10-13, 15-17: WORKSHOP di BATTERIA
con HAN BENNINK
Giovedì 15 marzo
RAVENNA, TEATRO RASI, ORE 21:00
FABRIZIO PUGLISI / ERNST GLERUM / HAN BENNINK TRIO
Fabrizio Puglisi – pianoforte; Ernst Glerum – contrabbasso;
Han Bennink – batteria
esclusiva italiana
Fabrizio Puglisi, Ernst Glerum e Han Bennink costituiscono un trio che solo in apparenza si rifà ai tipici modelli del piano jazz trio. Chi conosce i due olandesi sa infatti bene che l’uno e l’altro sanno schivare abilmente i luoghi comuni, facendo anche ricorso a una buona dose di ironia e mostrando sempre un’inclinazione per l’imprevisto. E, in perfetta sintonia con loro, agisce di conseguenza il pianista catanese, tutt’altro che digiuno in fatto di collaborazioni internazionali, avendo alle spalle variegate esperienze formative (con George Russell, Butch Morris, Steve Lacy, Kenny Wheeler e altri) e frequentando da qualche tempo il jazz olandese. Di questa scena, tra le più creative del jazz del Vecchio Continente, Glerum e Bennink sono punte di diamante. Il contrabbassista suona con l’Amsterdam String Trio e con la ICP Orchestra, nelle cui fila milita pure Bennink, musicista dalla straripante vitalità, invitato a Crossroads 2007 anche per tenere un workshop sul suo strumento. E pure nelle vesti di insegnante, Bennink saprà sicuramente dire qualcosa di originale.
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Sabato 17 marzo
DOZZA (BO)
ENOTECA REGIONALE DELL'EMILIA-ROMAGNA, ORE 18:00
“EnoDozzaJazz”
CARLO RIZZO SOLO
TEATRO COMUNALE, ORE 21:30
“Dozza Jazz”
MICHEL GODARD / EUGENIO COLOMBO / CARLO RIZZO TRIO
Michel Godard – tuba, serpentone; Eugenio Colombo – sassofoni, flauto;
Carlo Rizzo – tamburelli
A prima vista lo si potrebbe definire un trio di etno-jazz. Ma le etichette lasciano sempre il tempo che trovano e nel caso del trio di Michel Godard, Eugenio Colombo e Carlo Rizzo è più legittimo parlare di musica senza confini, che attinge alla cultura del jazz, come a quella europea, sia colta che popolare. Il francese è uno dei maggiori specialisti al mondo della tuba e di uno strumento tanto raro quanto curioso che ha per nome “serpentone”. Colombo è ormai una delle figure storiche del jazz italiano, emerso nel vivace panorama degli anni Settanta e poi affermatosi per la propria originalità di approccio ai sassofoni e al flauto. Carlo Rizzo, che dal 1983 vive in Francia, è uno straordinario suonatore di tamburelli, che lui stesso si costruisce con raffinatissima abilità artigianale. Tutti e tre sono musicisti aperti, disponibili al confronto, pronti a interagire fra loro, in un gioco di rimandi stilistici e temporali sempre sorprendente.
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Domenica 18 marzo
LONGIANO (FC), TEATRO PETRELLA, ORE 21:15
JULIAN & ROMAN WASSERFUHR QUARTET
“Remember Chet”
Julian Wasserfuhr – tromba, flicorno; Roman Wasserfuhr – pianoforte;
Sava Medan – contrabbasso; Andy Haberl – batteria
esclusiva - prima assoluta italiana
“Remember Chet” è il progetto di debutto internazionale dei tedeschi Julian e Roman Wasserfuhr, 18 anni il primo, 21 il secondo. Fin da giovanissimi i due fratelli hanno mostrato una predilezione per il jazz e la scelta di dedicare l’album d’esordio ad un’icona come Chet Baker non è sicuramente una casualità. La loro comunicazione è “silenziosa” e intuitiva, quasi a ricordare alcuni degli aggettivi attribuiti al grande trombettista. Sia suonando la tromba che il flicorno soprano, Julian mantiene quelle sonorità calde riconducibili proprio a Chet. E tali magiche atmosfere permettono al fratello Roman di assecondare quest’impronta stilistica tramite i suoi interventi al pianoforte. È nitidamente percettibile, infine, il grande rispetto che entrambi i Wasserfuhr nutrono nei confronti della tradizione del jazz: per loro il passato è il punto di partenza imprescindibile da cui muoversi verso il futuro.
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Mercoledì 21 marzo
CORREGGIO (RE), TEATRO ASIOLI, ORE 21:00
“Correggio Jazz”
THE LEADERS
feat. Bobby Watson, Chico Freeman, Eddie Henderson, Fred Harris, Cecil McBee, Billy Hart
Bobby Watson – sax alto; Chico Freeman – sax tenore, sax soprano; Eddie Henderson – tromba;
Fred Harris – pianoforte; Cecil McBee – contrabbasso; Billy Hart – batteria
esclusiva italiana
Un nuovo album, dal titolo Spirits Alike, e un tour europeo salutano il ritorno di una formazione tra le più quotate degli anni Ottanta. All’epoca facevano parte dei Leaders - accanto ai due ideatori, cioè il sassofonista Chico Freeman e il contrabbassista Cecil McBee - Lester Bowie, mitico trombettista dell’Art Ensemble Of Chicago, il contraltista Arthur Blythe, il pianista Kirk Lightsey e il batterista Don Moye. I nuovi Leaders ruotano sempre attorno a Freeman e McBee e vedono in campo altri affermati solisti quali il sassofonista Bobby Watson (componente negli anni Settanta dei Jazz Messengers di Art Blakey e poi assurto a meritata fama in qualità di leader), il trombettista Eddie Henderson, già partner di Herbie Hancock e dello stesso Blakey, il pianista Fred Harris, il più giovane dell’assortito sestetto, e il batterista Billy Hart, veterano di mille battaglie jazzistiche. Nonostante i cambiamenti di organico, lo spirito dei Leaders è rimasto immutato e si traduce in un jazz corposo che trae la propria linfa vitale da una equilibrata sintesi stilistica fra tradizione e modernità.
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Sabato 24 marzo
CORREGGIO (RE), TEATRO ASIOLI, ORE 21:00
“Correggio Jazz”
DEE DEE BRIDGEWATER “RED EARTH, A Malian Journey”
Dee Dee Bridgewater – voce; Edsel Gomez – pianoforte;
Ira Coleman – contrabbasso; Minino Garay – batteria, percussioni;
Lansine Kouyate – balafon; Moussa Sissokho – djembe; Aly Wague – flute peul;
Yacouba Sissokho – kora; Mare Sanogo – doum doum; Baba Sissoko – talking drums, tama;
Cheick Tidiane Seck – organ; Moriba Koita – n goni
È una delle ultime vere regine del canto jazz, forse addirittura l’ultima. Un’interprete di rara versatilità e grande classe interpretativa, sensuale e nel contempo grintosa, capace di imprimere la propria forte personalità a melodie di disparata provenienza. E dopo aver reso omaggio a Horace Silver, a Ella Fitzgerald (una delle sue principali fonti di ispirazione assieme a Sarah Vaughan e a Billie Holiday), a Kurt Weill e alla canzone francese, Dee Dee Bridgewater riscopre le proprie radici di donna afro-americana. Nel “Malian Project”, che è anche il titolo del suo nuovissimo album, la celebre cantante statunitense fonde la più schietta vocalità jazzistica con la tradizione strumentale di uno dei paesi africani musicalmente più ricchi. In questa sua nuova avventura, Dee Dee è coadiuvata da un nutrito ensemble formato da suoi abituali partner (il contrabbassista Ira Coleman e il bravissimo percussionista di origine argentina Minino Garay) e da alcuni ottimi musicisti africani, primo fra tutti il tastierista Cheick Tidiane Seck, di cui si rammenta la precedente collaborazione con lo storico pianista Hank Jones.
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Mercoledì 28 marzo
IMOLA (BO), TEATRO DELL’OSSERVANZA, ORE 21:15
RON CARTER / RUSSELL MALONE / MULGREW MILLER
“The Golden Striker All-Star Trio”
Ron Carter – contrabbasso; Russell Malone – chitarra; Mulgrew Miller – pianoforte
Un autentico supertrio. Non si può definire in altro modo il gruppo costituito da un fuoriclasse del contrabbasso come Ron Carter e da due ex young lions quali il chitarrista Russell Malone e il pianista Mulgrew Miller. Nato nel 1937 a Ferndale, Michigan, Ron Carter ha conosciuto meritatissima fama ai tempi della cruciale militanza nel quintetto di Miles Davis; ma nel suo vasto curriculum spiccano anche le collaborazioni con Cannonball Adderley, Jaki Byard, Mal Waldron e altri ex davisiani DOC come Herbie Hancock e il batterista Tony Williams, assieme al quale ha dato vita a una delle sezioni ritmiche più celebrate del jazz. Messosi in luce accanto a Betty Carter e poi come componente del quintetto di Woody Shaw e dei Jazz Messengers di Art Blakey, Mulgrew Miller è uno dei più completi pianisti della sua generazione (è nato nel 1955). Il suo stile è una mirabile sintesi del pianismo afro-americano, così come l’approccio chitarristico di Russell Malone (classe 1963) risente dell’influenza di grandi maestri della sei corde, da Wes Montgomery a George Benson.
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Giovedì 29 marzo
SAN LAZZARO DI SAVENA (BO), ITC TEATRO, ORE 21:00
RAFFAELLO PARETI “IL CIRCO”
feat. Antonello Salis, Stefano Cantini, Bebo Ferra
Antonello Salis – fisarmonica, pianoforte; Stefano “Cocco” Cantini – sax soprano;
Bebo Ferra – chitarra; Raffaello Pareti – contrabbasso
presentazione del disco “Maremma” - Egea
Il contrabbassista toscano Raffaello Pareti - che ha alle spalle collaborazioni con Stefano Bollani, Enrico Rava, Rita Marcotulli e molti altri ancora - presenta Maremma, seguito naturale de Il Circo, che rimane il nome del gruppo nel quale il leader è affiancato da un musicista fantasioso e creativo come il pianista e fisarmonicista Antonello Salis e da altri due solisti di valore quali sono il sassofonista soprano Stefano Cantini e il chitarrista Bebo Ferra (in tre brani del nuovo album compare nelle vesti di special guest lo stesso Stefano Bollani). La musica dell’originale formazione coniuga la cantabilità della nostra tradizione folklorica con l’improvvisazione di matrice jazzistica. Ne risulta così un mondo sonoro ricco di sfumature, in un gioco di riferimenti colti e popolari e nel segno di un felice, proficuo incontro fra culture diverse.
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Domenica 1 aprile
MASSA LOMBARDA (RA), SALA DEL CARMINE, ORE 21:00
THE TIPTONS
all-women sax quartet and drums
Amy Denio – sax alto, voce; Jessica Lurie – sax alto, sax tenore, voce;
Sue Orfield – sax tenore, voce; Tina Richerson – sax baritono, voce;
Faith Stankevich – percussioni, voce
Cinque sassofoniste e una percussionista provenienti da New York e da Seattle. In origine si chiamavano Billy Tipton Memorial Saxophone Quartet, in ricordo della sassofonista e pianista Dorothy Lucile Tipton, alias Billy Tipton, che per farsi largo nel mondo maschile del jazz fu costretta a mutare il proprio nome e a travestirsi da uomo: la sua vera identità fu rivelata solo dopo la morte, avvenuta quando aveva 74 anni, oltre 50 dei quali passati a suonare soprattutto in big band. Le Tiptons agiscono invece allo scoperto e, sotto la guida di Jessica Lurie e di Amy Denio, sono autrici e interpreti di un avvincente mix sonoro che attinge al jazz di New Orleans come alla tradizione klezmer e persino all’hip hop. Lo si potrebbe definire un gruppo post-jazz, ma ciò che più importa è che le Tiptons propongono una musica effervescente come poche altre e di grande impatto comunicativo.
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Lunedì 2 aprile
BOLOGNA, TEATRO SAN MARTINO, ORE 21:15
CARMEN LUNDY QUINTET
Carmen Lundy – voce; Anthony Wonsey – pianoforte;
Lage Lund – chitarra; Robert Hurst – contrabbasso; Jason Brown – batteria
Carmen Lundy è una delle più complete vocalist attive oggi nel mondo del jazz, profonda conoscitrice della tradizione del canto jazz ma nello stesso tempo disponibile a recepire gli influssi del folk, del rhythm’n’ blues e del pop. Nata a Miami, Carmen Lundy ha iniziato a prendere lezioni di piano all'età di sei anni: seguendo l'esempio della madre Oveida, voce solista del gruppo gospel The Apostolic Singers, entra da bambina a far parte del coro giovanile della chiesa del suo quartiere. Durante gli studi di canto lirico presso la University of Miami, scopre quindi la propria vocazione jazzistica, iniziando a esibirsi nei club della sua città e compiendo nel 1977 un tour come componente della University of Miami Big Band. Il trasferimento a New York, avvenuto nel 1998, e il conseguente inserimento in una delle scene musicali più vitali al mondo le permetterà di avviare importanti collaborazioni con personalità diversissime fra loro come Wynton Marsalis, Don Pullen, Kenny Barron, John Hicks, Mulgrew Miller, Billy Childs, Jimmy Scott, Kip Hanrahan, Courtney Pine, Geri Allen e Marian McPartland. Una tale varietà e vastità di esperienze ha così permesso a Carmen Lundy di costruirsi una invidiabile credibilità.
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Martedì 3 aprile
LONGIANO (FC), TEATRO PETRELLA, ORE 21:15
GIANLUCA PETRELLA INDIGO 4
Gianluca Petrella – trombone; Francesco Bearzatti – sax tenore, clarinetto;
Paolino Dalla Porta – contrabbasso; Fabio Accardi – batteria
L’amore per il jazz trasmesso dal padre, anch’egli trombonista, i proficui studi al conservatorio della città natale, Bari, la partenza per la Germania, dove è rimasto per qualche tempo, la partecipazione a variegate esperienze musicali e le prime incisioni come sideman che ne hanno messo in risalto il non comune talento: sono queste le tappe principali che hanno permesso a Gianluca Petrella di assurgere progressivamente a meritata fama non solo in campo nazionale, come dimostra la recente vittoria fra le rising stars del proprio strumento nell’ultimo referendum indetto da Down Beat fra la critica internazionale. Dopo aver suonato nei gruppi di Roberto Ottaviano e Roberto Gatto, oltre che nella transalpina Orchestre National de Jazz sotto la direzione di Paolo Damiani, Petrella fa oggi parte in pianta stabile del quintetto di Enrico Rava e collabora con Antonello Salis, Furio Di Castri e Cristina Zavalloni. Ha debuttato come leader nel 2001 con X-Ray ed è quindi approdato allo storico marchio Blue Note, per il quale è uscito lo scorso anno Indigo 4, album che dà il nome al suo gruppo abituale.
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Mercoledì 4 aprile
BOMPORTO (MO), TEATRO COMUNALE, ORE 21:15
RITA BOTTO QUINTET
Rita Botto – voce; Massimo Tagliata – pianoforte, fisarmonica;
Giampiero Burza – chitarra; Felice Del Gaudio – contrabbasso; Ruggero Rotolo – batteria
Folgorata dalla scoperta della voce di Rosa Balestrieri, una delle più grandi interpreti della tradizione siciliana, Rita Botto si è avvicinata al patrimonio popolare della sua terra di origine per interpretarlo in una chiave filtrata dall’altro suo grande amore: il jazz. La sua voce è tipicamente mediterranea, potente, duttile, spesso accarezzata da un vento aspro e malinconico. Nata alle pendici dell’Etna, Rita Botto è una cantante dotata di una naturale versatilità che l’ha portata ad affrontare diverse esperienze musicali e teatrali, dalla musica leggera italiana a quella brasiliana, dal blues al jazz. E durante un lungo periodo di riflessione, è nata la voglia di dare voce ai suoni della propria lingua: il siciliano. Seguendo questo percorso personale, Rita Botto ha avuto modo di collaborare con la Banda Ionica, diretta da Roy Paci, con Antonio Marangolo e Alfio Antico.
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Giovedì 5 aprile
RAVENNA, TEATRO RASI, ORE 21:00
SARAH MORROW & THE AMERICAN ALL STARS IN PARIS
feat. Rhoda Scott & Ricky Ford
Sarah Morrow – trombone; Ricky Ford – sax tenore; Rhoda Scott – organo Hammond;
Peter Giron – contrabbasso; John Betsch – batteria
esclusiva italiana
Scoperta da Ray Charles che l’ha voluta nella sua orchestra, Sarah Morrow suona il trombone da quando aveva 12 anni. Con “The Genius” ha lavorato per due anni, per poi unirsi nel 1997 al gruppo di Joe “Foley” McCreary, l’ultimo chitarrista di Miles Davis. In seguito ha collaborato con Dee Dee Bridgewater, David Murray, con la Duke Ellington Orchestra e con la cantante francese Anne Ducros. Il suo primo album nelle vesti di leader, Greenlight, risale al 2000. Di due anni dopo è Standards And Other Stories e del 2005 il disco che la vede alla testa della American All Stars in Paris, formazione che riunisce alcuni ottimi musicisti che come la stessa Sarah Morrow hanno scelto di stabilirsi nella capitale francese. Del gruppo fanno parte, oltre al bassista Peter Giron e al batterista John Betsch, già assiduo partner di Mal Waldron, l’ottimo tenorista Ricky Ford (distintosi accanto a Charles Mingus, Lionel Hampton e Abdullah Ibrahim) e la virtuosa dell’organo Hammond Rhoda Scott. Fra rielaborazioni di standard e composizioni originali, il quintetto guidato da Sarah Morrow regala all’ascolto un jazz brioso e coinvolgente.
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Martedì 10 aprile
RIMINI, TEATRO NOVELLI, ORE 21:15
ABDULLAH IBRAHIM TRIO
Abdullah Ibrahim – pianoforte;
Belden Bullock – contrabbasso; George Gray – batteria
esclusiva italiana
È uno dei più grandi poeti del pianoforte. Musicista di straordinaria sensibilità, Abdullah Ibrahim ha tradotto sulla tastiera echi della tradizione folklorica sudafricana fondendoli con il linguaggio del jazz. Arrivato in Europa nei primissimi anni Sessanta, per sfuggire alle dure leggi razziali imposte dall’Apartheid, Dollar Brand (così si chiamava all’epoca, prima di convertirsi all’Islam) trova il sostegno di colui che diviene subito uno dei suoi massimi estimatori: Duke Ellington. Una credenziale non da poco che permette al pianista nativo di Città del Capo di esibirsi nelle più importanti rassegne jazzistiche internazionali: nel 1965 sarà ospite del Newport Jazz Festival. Importanti collaborazioni con il sassofonista argentino Gato Barbieri e il batterista Max Roach si accompagneranno in seguito alla realizzazione di numerosissime incisioni per piano solo e con vari organici, dal trio ad orchestre sinfoniche. Evocativa come poche altre, la musica di Abdullah Ibrahim è da sempre un concentrato di toccante lirismo e di profondo senso di spiritualità. Una musica che è insieme un canto di libertà e la più solenne delle preghiere.
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Giovedì 12 aprile
FIORANO MODENESE (MO), TEATRO ASTORIA, ORE 21:00
FRANCESCO CAFISO TRIO
Francesco Cafiso – sax alto;
Sandro Gibellini – chitarra; Aldo Zunino – contrabbasso
Nonostante la sua giovane età (è nato nel maggio 1989 a Vittoria, in provincia di Ragusa), Francesco Cafiso è già da alcuni anni al centro di un interesse da parte dei mass media raro per un jazzista. La sua precoce apparizione sulle scene musicali, in virtù di un talento innato e di una eccellente tecnica strumentale, è stata salutata con grande ammirazione anche da illustri jazzmen d’oltreoceano: il sassofonista siciliano è stato infatti notato, tra gli altri, nientemeno che da Wynton Marsalis, che dal momento del loro incontro, avvenuto nel 2003, lo ha preso sotto la propria ala protettrice invitandolo più volte ad unirsi al suo gruppo e alla Lincoln Center Jazz Orchestra. Ormai ospite abituale dei più importanti festival europei, Cafiso ha vinto nel 2004 la World Saxophone Competition, nell’ambito del London Jazz Festival. Con il chitarrista bresciano Sandro Gibellini e il contrabbassista genovese Aldo Zunino, due musicisti di lunga militanza jazzistica, Cafiso costituisce un trio che poggia su un interplay costante, anche per via dell’assenza della batteria.
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Sabato 14 aprile
CORREGGIO (RE), TEATRO ASIOLI, ORE 21:00
“Correggio Jazz”
BAPTISTE TROTIGNON SOLO
Baptiste Trotignon – pianoforte
ARCHIE SHEPP & JEAN-JACQUES AVENEL DUO
Archie Shepp – sax tenore, sax soprano, pianoforte, voce;
Jean-Jacques Avenel – contrabbasso
produzione originale
Il vecchio leone del free jazz ruggisce ancora: di quella storica stagione Archie Shepp è stato uno dei simboli, ponendosi tra coloro che con maggior intensità espressiva hanno rappresentato in musica il ribollente clima sociale degli anni Sessanta. Oggi Shepp è sassofonista (ma all’occorrenza anche sanguigno vocalist) che più e meglio di tanti altri sintetizza la storia del suo strumento, nel segno del connubio fra tradizione e contemporaneità, fra i più veraci profumi del blues e un’urgenza comunicativa che l’incedere del tempo non è riuscito a scalfire. Tutto ciò sarà rinvenibile anche nell’inedito faccia a faccia con uno dei migliori contrabbassisti europei, Jean-Jacques Avenel, musicista dal lungo, prestigioso curriculum. Ha infatti suonato, fra gli altri, con Mal Waldron, Don Cherry, George Lewis, Richard Galliano, ma soprattutto con Steve Lacy, dei cui gruppi ha fatto parte dal 1981 fino alla scomparsa del grande sopranista.
Apre la serata il giovane pianista francese Baptiste Trotignon, vincitore nel 2002 dell’International Martial Solal Competition e, quindi, già più che un semplice talento emergente. Non a caso è stato recentemente coinvolto dal batterista Aldo Romano, uno che i suoi partner li seleziona accuratamente, sia per la realizzazione del fortunato album Chante, sia per un nuovo trio completato da Remi Vignolo.
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Domenica 15 aprile
MODENA, TEATRO COMUNALE, ORE 21:00
“L’Altro Suono”
WALLACE RONEY GROUP
Omaggio a Miles Davis
Wallace Roney – tromba; Robert Irving III – pianoforte; Antoine Roney – sassofoni;
Clarence Seay – contrabbasso; Eric Allen – batteria; Val Gentry – turntables
L’eredità artistica lasciata da Miles Davis è importante, imponente, persino ingombrante, e in molti hanno provato a raccoglierla, chi con fortuna, chi meno. Ma tra coloro che vanno considerati legittimi interpreti odierni del “messaggio” davisiano c’è sicuramente Wallace Roney, che non a caso fu chiamato da Quincy Jones per affiancare il grande Miles in occasione della ripresa, al festival di Montreux del 1991, dei celebri arrangiamenti scritti da Gil Evans per storici album come Porgy & Bess e Miles Ahead. Nato a Philadelphia nel 1960, Wallace Roney è indubbiamente tra i migliori trombettisti oggi in attività: inizialmente collocato nel filone del neobop, Wallace Roney è in realtà un musicista dalle ampie vedute, come dimostrano le sue collaborazioni - oltre a quella con Quincy Jones e Miles Davis - con un quintetto comprendente illustri ex davisiani quali Wayne Shorter, Herbie Hancock, Ron Carter e Tony Williams, e poi con Chick Corea, Elvin Jones, Art Blakey e con il santone per eccellenza del free jazz, Ornette Coleman.
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Lunedì 16 aprile
CASALGRANDE (RE), TEATRO FABRIZIO DE ANDRÉ, ORE 21:15
LYNNE ARRIALE TRIO
Lynne Arriale – pianoforte;
Martin Gjakonovski – contrabbasso; Steve Davis – batteria
esclusiva italiana
“Lynne Arriale merita a buon diritto di stare sullo stesso piano di Brad Mehldau e di Jacky Terrasson, come una delle voci più nuove e vitali sulla scena del jazz”: è questo il giudizio pubblicato dal Times di Londra dopo un concerto tenuto nella capitale britannica dalla Arriale alla testa del suo trio. Dall’altra parte dell’oceano, il New York Times gli fa eco proclamando che “la sua brillante abilità di musicista e la sua presenza scenica ne fanno uno dei migliori pianisti jazz sulla scena mondiale”. Compositrice sopraffina, artista dal tocco magistrale e dal fraseggio fluente, che si può dire incarni la summa del pianismo moderno, classico e jazzistico, Lynne Arriale ha iniziato a suonare il pianoforte a quattro anni, diplomandosi al Wisconsin Conservatory of Music prima di dedicarsi al jazz, che oggi insegna in alcune delle più note università. Capace di muoversi su coordinate aperte, ma insieme basate su di una solida esperienza e una profonda conoscenza storica, in poco più di dieci anni Lynne Arriale ha percorso una notevole carriera, scandita appunto da numerosi attestati di stima e da incisioni discografiche di valore.
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Martedì 17 aprile
CESENATICO (FC), TEATRO COMUNALE, ORE 21:00
ROSARIO GIULIANI NEW QUINTET
Rosario Giuliani – sax alto, sax soprano; Flavio Boltro – tromba; Pietro Lussu – pianoforte;
Gianluca Renzi – contrabbasso; Fabrizio Sferra – batteria
presentazione di “Anything Else” - Dreyfus Jazz
Impostosi nel referendum “Top Jazz 2000” del mensile Musica Jazz, aggiudicandosi la categoria riservata ai nuovi talenti italiani, Rosario Giuliani si è anche fatto onore suonando con i migliori solisti connazionali (Enrico Rava, Franco D’Andrea, Enrico Pieranunzi, Roberto Gatto) e americani (Michael Brecker, Bob Mintzer, Cedar Walton, Phil Woods). Si è inoltre esibito alla Town Hall di New York e nel corso di importanti vetrine internazionali come Umbria Jazz, il JVC Festival di Parigi e il London Jazz Festival. Il musicista originario di Terracina incide da anni per la prestigiosa etichetta francese Dreyfus, per la quale sono usciti fino ad oggi quattro album: Luggage (2001), Mr. Dodo (2002), More Than Ever (2005) e il nuovissimo Anything Else. Strumentista dalla tecnica invidiabile, Giuliani eccelle al sax contralto rivelando l’influenza di Charlie Parker, dimostrando altresì di aver inglobato le lezioni di altri grandi maestri del jazz come Cannonball Adderley, Art Pepper e John Coltrane. Giuliani è perciò un jazzista a tutto tondo, dal fraseggio fluido e tornito, capace di lanciarsi in travolgenti, spettacolari cavalcate solistiche.
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Mercoledì 18 aprile
MODENA, BALUARDO DELLA CITTADELLA, ORE 21:30
NADA & RITA MARCOTULLI “Terra e Anima”
Nada – voce; Rita Marcotulli – pianoforte
Nada e Rita Marcotulli, una coppia artistica in apparenza anomala, in realtà già ben rodata, essendosi nutrita di un paritario scambio di esperienze: da una parte la canzone d’autore, dall’altra il jazz. Piero Ciampi, la poesia di Pessoa e di altri autori sono lo spunto letterario per un viaggio fra parole e musica, fra reale e spirituale. Nada, lo ricordano tutti, ha esordito nel 1969, appena quindicenne, presentando a Sanremo “Ma che freddo fa”. Poi si è avvicinata al mondo di Ciampi, cantautore “maledetto” per antonomasia, livornese come lei. Più recenti sono la costituzione del Nada Trio (formato con Fausto Mesolella e Ferruccio Spinetti degli Avion Travel) e l’avvio della collaborazione con Rita Marcotulli, musicista nel cui sangue la melodia scorre a fiumi. La pianista romana, da parte sua, non è nuova a sodalizi con esponenti della migliore canzone d’autore, avendo collaborato con Francesco De Gregori, Pino Daniele, Giorgio Gaber e Gianmaria Testa. Il suo incontro con Nada non è quindi casuale e si fonda sul profondo rispetto reciproco.
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Giovedì 19 aprile
RUSSI (RA), TEATRO COMUNALE, ORE 21:00
ROBERTO GATTO SPECIAL QUINTET
Tribute to Miles Davis
Luca Mannutza – pianoforte; Flavio Boltro – tromba;
Daniele Scannapieco – sax tenore; Rosario Bonaccorso – contrabbasso;
Roberto Gatto – batteria
Uno dei più versatili e apprezzati batteristi italiani rende omaggio alla musica del glorioso quintetto di Miles Davis con Wayne Shorter, Herbie Hancock, Ron Carter e Tony Williams. Un gruppo leggendario, giustamente passato alla storia per essere stato uno dei più innovativi del jazz e per aver segnato indelebilmente il periodo in cui è rimasto in vita, cioè gli anni che vanno dal 1964 al 1968. Come tutti i jazzisti degni di questo nome, Gatto si rifà a quella cruciale esperienza mettendoci, però, anche parecchio del suo. E da leader autorevole quale da tempo egli è, ha selezionato accuratamente i partner di questa sua nuova, stimolante avventura musicale, ad iniziare dal trombettista Flavio Boltro, davisiano fino al midollo ma anche dotato di forte personalità. Al sax tenore c’è, poi, Daniele Scannapieco, una delle colonne portanti degli High Five, gruppo nel quale milita anche il pianista Luca Mannutza. A condividere le responsabilità ritmiche c’è, infine, Rosario Bonaccorso, che con lo stesso Gatto è compartecipe del formidabile quintetto di Enrico Rava.
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Venerdì 20 aprile
CASTEL SAN PIETRO TERME (BO), SALA CASSERO, ORE 21:15
“Cassero Jazz”
MAURIZIO GIAMMARCO & MEGATONES
Maurizio Giammarco – sassofoni, flauti, elettronica;
Dario Cecchini – sax baritono, sax soprano, clarinetto basso, flauti; Pino Iodice – pianoforte, tastiere;
Gianluca Renzi – contrabbasso, basso elettrico; John Arnold – batteria, pads
I Megatones sono una delle più recenti creature del sassofonista Maurizio Giammarco, leader negli anni Ottanta dei pluridecorati Lingomania e uno dei musicisti italiani con maggior esperienza in campo internazionale. Nell’arco della sua carriera, avviata negli anni Settanta, Giammarco ha infatti collaborato con Chet Baker, Lester Bowie, Dave Liebman, Billy Cobham, Phil Woods, Tom Harrell e tantissimi altri. I Megatones, che hanno all’attivo due album, Punkromatic e Mega Meets Microtones, nel secondo dei quali figura come ospite il chitarrista americano David Fiuczynski, sono nati col proposito di integrare le idee compositive dello stesso Giammarco con le potenzialità creative offerte da un ottimo gruppo di solisti improvvisatori e polistrumentisti: tutti eccellenti compositori e arrangiatori, in grado di fornire una flessibilità di linguaggio e una varietà timbrica (grazie anche all’impiego dell’elettronica) tali da evocare l’impatto di una piccola big band.
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Sabato 21 aprile
CASTEL SAN PIETRO TERME (BO), SALA CASSERO, ORE 21:15
“Cassero Jazz”
STEFANO BATTAGLIA THEATRUM TRIO
“New Book Of Song”
Stefano Battaglia – pianoforte;
Roberto Bartoli – contrabbasso; Carlo Canevali – batteria
PAOLO DAMIANI BAND
Diana Torto – voce; Javier Girotto – sassofoni;
Paolo Damiani – violoncello; Walter Paoli – batteria
Stefano Battaglia e Paolo Damiani sono due musicisti diversi per generazione e intenti artistici. C’è, però, qualcosa che li accomuna: la voglia di rimettersi costantemente in gioco, di sperimentare di continuo nuove soluzioni espressive.
Il pianista milanese si presenta alla guida del suo Theatrum Trio, nato in seno all’attività che lo stesso Battaglia svolge a Siena come coordinatore del Laboratorio Permanente di Ricerca Musicale. Al centro della proposta del trio c’è la musica di Alec Wilder, uno dei più rinomati autori di standard della canzone americana.
Tutto originale è, invece, il repertorio del gruppo di Paolo Damiani, impreziosito dai testi dello scrittore e poeta Stefano Benni. Come sempre Damiani, anche quando scrive “canzoni”, non rinuncia alla ricerca, a suscitare la curiosità dell’ascoltatore, a stimolarlo e magari anche provocarlo.
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Domenica 22 aprile
CASTEL SAN PIETRO TERME (BO), SALA CASSERO
“Cassero Jazz”
ORE 18:00
Presentazione del libro “Amiri Baraka - Ritratto dell’artista in nero”
a cura di Franco Minganti e Giorgio Rimondi (Bacchilega Editore, 2007)
Parteciperanno: Franco Minganti, Giorgio Rimondi,
Giampiero Cane, Luigi Onori, Amanda Nadalini, Andrea Ravagnan
ORE 21:15
WILLIAM PARKER “RAINING ON THE MOON”
Leena Conquest – voce, danza;
Lewis Barnes – tromba; Rob Brown – sax contralto;
William Parker – contrabbasso; Hamid Drake – batteria
Strumentista di grande valore, compositore prolifico, animatore di importanti iniziative volte alla diffusione e all’affermazione delle nuove e vecchie avanguardie artistiche afro-americane, William Parker è una delle personalità più carismatiche del jazz contemporaneo, erede della più solida scuola contrabbassistica nera. Nato nel Bronx, classe 1952, William Parker ha compiuto le prime esperienze musicali nella metà degli anni Settanta e a questo periodo risale il suo primo incontro con Cecil Taylor, con il quale collaborerà proficuamente nei decenni successivi, partecipando a varie formazioni dirette dal celebre pianista, da trii e quartetti ad organici orchestrali. Anche il contrabbassista newyorkese, da quando ha avviato la propria feconda attività di leader, ha fondato gruppi di varie dimensioni, mostrando una flessibilità espressiva e una autorevolezza non comuni. Tra le sue attuali formazioni spicca proprio il quintetto “Raining On The Moon”, il cui concerto viene preceduto dalla presentazione di un libro dedicato ad Amiri Baraka, uno dei massimi poeti afro-americani, oggi collaboratore dello stesso Parker nel progetto “The Inside Songs of Curtis Mayfield”.
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Lunedì 23 aprile
CASALGRANDE (RE), TEATRO FABRIZIO DE ANDRÉ, ORE 21:15
RANDY WESTON “AFRICAN RHYTHMS TRIO”
Randy Weston – pianoforte;
James Lewis – contrabbasso; Neil Clarke – percussioni africane
esclusiva italiana
Randy Weston incarna lo spirito più autentico del pianismo afro-americano: sia il suo approccio strumentale che la sua musica traggono inesauribile linfa vitale proprio da una approfondita ricerca sui legami fra jazz e Africa. Nato a Brooklyn il 6 aprile del 1926, Randy Weston cita tra le influenze più importanti Count Basie, Nat King Cole, Art Tatum, Duke Ellington, ma soprattutto Thelonious Monk: Weston è infatti fra i pochi pianisti ad aver assimilato e personalizzato l’originalissimo stile monkiano. Dopo essersi formato suonando alla fine degli anni Quaranta in gruppi di rhythm’n’ blues e collaborato nel decennio successivo con Kenny Dorham e Cecil Payne, Weston ha compiuto all’inizio degli anni Sessanta i suoi primi viaggi in Africa, iniziando quindi quell’esplorazione musicale e culturale che col tempo lo porterà a realizzare opere importanti quali Uhuru Africa, Highlife, Blues To Africa, The Spirit Of Our Ancestors e Khepera. Specialista della solo performance, Randy Weston nutre pure una predilezione per il trio: con Alex Blake e Neil Clarke, partner a lui particolarmente congeniali, ha registrato il recente Zep Tepi, specchio fedele delle concezioni di un musicista che non è mai venuto meno ai propri principi umani e artistici.
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Martedì 24 aprile
RIMINI, TEATRO DEGLI ATTI, ORE 21:15
ROY HARGROVE QUINTET
Roy Hargrove – tromba, flicorno;
Justin Robinson – sax alto, flauto; Gerald Clayton – pianoforte;
Danton Boller – contrabbasso; Montez Coleman – batteria
Nato a Waco, Texas, il 16 ottobre 1969, Roy Hargrove è uno dei trombettisti più in vista del jazz contemporaneo, musicista saldamente legato alla moderna tradizione del jazz, ma nel contempo attento e sensibile alle tendenze più attuali della musica afro-americana. Cresciuto ascoltando Fats Navarro, Clifford Brown e Freddie Hubbard, Roy Hargrove ha incontrato nel 1987 Wynton Marsalis, che ha incoraggiato il collega a proseguire sulla strada da poco intrapresa. Nei due anni successivi, Roy Hargrove ha quindi studiato al Berklee College of Music di Boston e, dopo il trasferimento a New York, ha inciso il primo album a proprio nome, Diamond In The Rough. Da allora la sua stella non ha mai smesso di brillare e, oltre alle incisioni come leader, si sono succedute significative collaborazioni con Joe Henderson, Michael Brecker, Herbie Hancock, Steve Coleman, il pianista cubano “Chucho” Valdés e molti altri. L’album più recente di Roy Hargrove si intitola Nothing Serious e rappresenta il ritorno del trombettista al più sanguigno jazz di estrazione boppistica, dopo le incursioni nell’hip hop del progetto RH Factor.
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Mercoledì 25 aprile
IMOLA (BO), TEATRO DELL’OSSERVANZA, ORE 21:15
EDDIE PALMIERI “AFRO-CARIBBEAN JAZZ ALL-STARS”
Eddie Palmieri – pianoforte, direzione; Yosvany Terry – sax alto;
Brian Lynch – tromba; Ruben Rodriguez – basso;
Vincent Rivero – congas; Jose Claussell – timbales
esclusiva italiana
Nato a New York (nel quartiere di Spanish Harlem) da genitori portoricani, classe 1936, Eddie Palmieri è una delle icone del più scoppiettante e coinvolgente latin jazz. Artefice di una musica spumeggiante, sottesa da trascinanti pulsazioni ritmiche, Palmieri ha collezionato in oltre cinquant’anni di carriera ben otto Grammy Award, gli ambitissimi Oscar della musica. Ha esordito nei primi anni Cinquanta come pianista dell’orchestra di Eddie Forrester e successivamente ha collaborato con Tito Rodriguez, Machito e altre personalità di spicco del jazz di impronta latina. Tra le maggiori influenze cita Art Tatum, Bill Evans, Horace Silver, Bud Powell e Miles Davis, oltre a maestri della musica cubana come Jesus Lopez, Chapotin e Lili Martinez. Nella musica di Eddie Palmieri è quindi rilevabile una profonda conoscenza del jazz e della sua storia che si sposa perfettamente con le complesse concezioni ritmiche caraibiche. Di rilievo la front-line della sua Afro-Caribbean Jazz All-Stars, formata dal sassofonista cubano Yosvany Terry e dal trombettista Brian Lynch, per anni assiduo partner di Phil Woods.
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Domenica 29 aprile
FIORANO MODENESE (MO), TEATRO ASTORIA, ORE 21:00
SARA TAVARES “BALANCÊ”
Sara Tavares – voce, chitarre;
Boy Ge Mendes (Gerard Sequeira) – chitarra, cori; Gogui – basso, cori; N’du – batteria, cori
Nata da genitori di origine capoverdiana, Sara Tavares ha vinto a soli 16 anni due tra le più prestigiose competizioni canore portoghesi. Cresciuta musicalmente acquisendo diversi stili, inclusi il gospel, il funk e il soul, Sara ha assorbito tutte quelle influenze che arrivano dalla cultura africana e ha saputo crearsi uno stile proprio, facilmente identificabile. Il suo secondo album, Mi Ma Bô, prodotto da Lokua Kanza, ha avuto un notevole successo in Portogallo e le ha consentito di affacciarsi sulla scena musicale internazionale. Il seguente Balancê ha confermato le qualità di Sara Tavares, padrona di un multilinguismo che le permette di spostarsi con naturalezza fra differenti riferimenti culturali. Balancê è una parola dai molteplici significati: il termine balanço viene usato in Portogallo per definire una musica dolce, che “culla”. Gli africani lusofoni usano balancê più genericamente: “Quando mangi qualcosa di molto buono, dici questo cibo è balancê!”, spiega la stessa Sara Tavares, un nome che i cultori della world music si sono già annotati sul taccuino.
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Lunedì 30 aprile
RUSSI (RA), TEATRO COMUNALE, ORE 21:00
FABRIZIO BOSSO & FLAVIO BOLTRO “TRUMPET LEGACY”
Fabrizio Bosso – tromba; Flavio Boltro – tromba;
Luca Mannutza – pianoforte; Luca Bulgarelli – contrabbasso; Lorenzo Tucci – batteria
Suono inimitabile, tecnica sopraffina, dinamismo, esecuzione muscolare e velocità di marcia rilevante, ma al tempo stesso soluzioni raffinate, una vasta gamma di sonorità e di risorse a disposizione: Flavio Boltro e Fabrizio Bosso hanno in comune questo e molto altro. In primis Torino, la città natale. La capacità di donare forma di suono a brevi sguardi di naturalezza, anche. Insieme sul palco fanno festa nel solco della lezione di grandi trombettisti come Freddie Hubbard, Lee Morgan, Miles Davis, Chet Baker. Insomma, Boltro e Bosso sono due trombe DOC. Il primo è musicista navigato e per espandere i propri orizzonti artistici ha scelto da tempo di stabilirsi a Parigi, dove ha avuto modo di farsi apprezzare in numerosi contesti, compresi il gruppo del compianto Michel Petrucciani e l’Orchestre National de Jazz. Bosso è uno dei pilastri degli High Five e percorre speditamente la strada maestra del jazz anche con altre formazioni. Dietro ai due trombettisti agisce nell’occasione una sezione ritmica inappuntabile, capace di assecondare al meglio i due leader nelle loro inarrestabili scorribande solistiche.
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Mercoledì 2 maggio
LUGO (RA), TEATRO ROSSINI, ORE 21:00
“Lugo Opera Festival”
DJANGO BATES SOLO
Autumn Fires (and green shoots)
Django Bates – pianoforte, corno, voce
in collaborazione con Rosalba Di Raimondo Artist Management
esclusiva italiana
Secondo Ian Carr, autorevole leader dei Nucleus, nonché autore di accurate biografie su Miles Davis e Keith Jarrett, Django Bates “è uno dei talenti musicali più prodigiosi mai espressi dalla Gran Bretagna”. Pianista, compositore, bandleader, ma anche specialista del corno, Bates è nato nel 1960 in un sobborgo di Londra e si è segnalato nei primi anni Ottanta in qualità di componente di vari gruppi, tra cui quello diretto dal sassofonista sudafricano Dudu Pukwana. Membro fondatore dei Loose Tubes, sorta di laboratorio orchestrale dei più creativi jazzisti britannici delle ultime generazioni, ha anche collaborato con Bill Bruford e Ken Stubbs. In proprio, Bates si è distinto in questi anni come ideatore di molteplici formazioni di differente impianto strumentale, dagli Human Chain alla spettacolare orchestra Delightful Precipice, mettendo appunto in campo un talento compositivo non comune, slegato dai cliché. Vincitore nel 1997 del danese JazzPar, sorta di Nobel del jazz, Django Bates è, infatti, un musicista fuori dagli schemi e anche quando si produce in completa solitudine è in grado di stupire per la sua fantasia.
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Giovedì 3 maggio
CORREGGIO (RE), TEATRO ASIOLI, ORE 21:00
“Correggio Jazz - AterMundus”
STEFANO BOLLANI QUINTETTO & MASSIMO ALTOMARE
“La Gnosi delle Fanfole”
Massimo Altomare – chitarra, voce; Stefano Bollani – pianoforte;
Mirko Guerrini – sassofoni; Milko Ambrogini – contrabbasso; Walter Paoli – batteria
testi Fosco Maraini
“Uno di quei miracoli che ogni tanto, quasi inspiegabilmente, avvengono in Italia”, diceva di lui anni fa Enrico Rava, suo mentore. Da allora Stefano Bollani ha bruciato le tappe grazie alla sua naturale carica comunicativa e a un talento multiforme che strada facendo si è espresso in modi e ambiti diversi. La Gnosi delle Fanfole, già documentato su disco nel 1998, è un progetto nato dall’incontro tra Bollani, il cantautore Massimo Altomare e Fosco Maraini, scrittore, alpinista, fotografo ed orientalista, nonché inventore di un particolare, apparentemente strampalato, linguaggio poetico definito dallo stesso autore “metasemantico”. Altomare e Bollani, che a Maraini (scomparso nel 2004) ha anche dedicato il più recente lavoro Gente in cerca di nuvole, si sono calati in questo mondo fantastico per rivestirlo di musiche fra il “colto” e il “popolare”, perfettamente in sintonia con i testi.
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Venerdì 4 maggio
BAGNOLO IN PIANO (RE), TEATRO GONZAGA, ORE 21:00
“AterMundus”
RAVA NEW GENERATION feat. Mauro Negri
Enrico Rava – tromba, flicorno; Mauro Negri – sassofoni, clarinetti;
Giovanni Guidi – pianoforte; Francesco Ponticelli – contrabbasso; Emanuele Maniscalco – batteria
Tra le tante doti naturali del più internazionale dei jazzisti italiani c’è anche quella di scopritore di giovani talenti: basti per tutti il nome di Stefano Bollani, che proprio accanto a Enrico Rava ha avuto l’opportunità di maturare artisticamente e di affermarsi a livello internazionale. Da qualche tempo il trombettista triestino ha varato un gruppo, inizialmente denominato Rava Under 21 e poi ribattezzato Rava New Generation, nel quale militano alcuni dei più interessanti giovani talenti apparsi sulle scene nazionali degli ultimi anni: il pianista Giovanni Guidi, di cui la CAM Jazz ha da pochissimo dato alle stampe l’album Indian Summer, il contrabbassista Francesco Ponticelli e il batterista Emanuele Maniscalco. Completa la formazione un musicista di consolidata esperienza come il sassofonista e clarinettista Mauro Negri. Con i New Generation Rava ha registrato alla Casa del Jazz di Roma uno dei primi dischi della fortunata collana de L’Espresso.
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Sabato 5 maggio
CORREGGIO (RE)
“Correggio Jazz - AterMundus”
“Carte Blanche a Danilo Rea”
SCUOLA DI MUSICA ERATO, ORE 15:00
WORKSHOP con DANILO REA
TEATRO ASIOLI, ORE 21:00
DANILO REA QUINTET
Danilo Rea – pianoforte; Pietro Tonolo – sax tenore, sax soprano; Marcello Sirignano – violino;
Giovanni Tommaso – contrabbasso; Massimo Manzi – batteria
Domenica 6 maggio
CORREGGIO (RE), TEATRO ASIOLI
“Correggio Jazz - AterMundus”
“Carte Blanche a Danilo Rea”
ORE 12:00 - DANILO REA PIANO SOLO
ORE 21:00 - SO RIGHT
Maria Pia De Vito – voce;
Danilo Rea – pianoforte; Enzo Pietropaoli – contrabbasso;
special guest Aldo Romano – batteria
Dagli esordi sul finire degli anni Settanta con il Trio di Roma ai recenti successi come componente dei Doctor 3 e come solista, passando per altolocate collaborazioni (Chet Baker, Lee Konitz, Steve Grossman, Bob Berg, Phil Woods, i fratelli Brecker, Joe Lovano, Gato Barbieri, solo per fare qualche nome), Danilo Rea ha dimostrato tutto il suo valore di musicista dal tocco elegante e dall’innato gusto melodico. Il pianista romano è perciò giustamente al centro di una carta bianca che permette di coglierne appieno la sfaccettata personalità artistica, offrendogli anche la possibilità di presentarsi nelle vesti di didatta. Col suo quintetto Rea si muove lungo coordinate stilistiche che privilegiano un jazz cristallino, fatto di dettagli, nel quale le voci dei sassofoni di Pietro Tonolo e del violino di Marcello Sirignano hanno una posizione di rilievo, al pari di quella del leader e dei due ritmi. Da solo, invece, mette in campo tutta la propria inventiva improvvisativa attingendo a mondi musicali diversi, compreso quello operistico. Con Maria Pia De Vito, Ezo Pietropaoli e, quale ospite speciale, Aldo Romano, Danilo Rea rende quindi omaggio a una delle più raffinate cantautrici d’oltre Atlantico, Joni Mitchell.
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Giovedì 10 maggio
CORREGGIO (RE), TEATRO ASIOLI, ORE 21:00
“Correggio Jazz”
MISHA MENGELBERG SOLO
Misha Mengelberg – pianoforte
ROSWELL RUDD & RICCARDO FASSI QUARTET
feat. Paolino Dalla Porta & Massimo Manzi
Roswell Rudd – trombone; Riccardo Fassi – pianoforte;
Paolino Dalla Porta – contrabbasso;
Massimo Manzi – batteria
Sfuggente, ineffabile, stralunato sono i primi aggettivi che vengono in mente nel descrivere lo stile di Misha Mengelberg: il pianista olandese, lungo il suo mirabile percorso artistico iniziato negli anni Settanta, ha evitato accuratamente i cliché di ogni tipo dando libero sfogo a una fervida immaginazione musicale. Da solo, in duo con il fantasioso batterista connazionale Han Bennink, oppure alla guida della ICP Orchestra, Mengelberg ha sempre mostrato una coerenza di pensiero encomiabile, grazie alla quale rimane una delle icone del più coraggioso e inventivo jazz del Vecchio Continente. Più volte al suo fianco si è ascoltato lo storico trombonista Roswell Rudd, adesso coinvolto da Riccardo Fassi in un quartetto che poggia sulla solida ma al contempo flessibile ritmica formata da Paolino Dalla Porta e da Massimo Manzi. Il primo incontro fra il settantenne musicista americano e il pianista romano è avvenuto nel 2005, in occasione di un progetto dedicato a Steve Lacy, antico compagno d’avventura dello stesso Rudd. Ora il sodalizio si rinnova ampliando il repertorio a brani di Thelonious Monk e di Herbie Nichols, insigni compositori dei quali Rudd conosce ogni segreto.
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Sabato 12 maggio
RIMINI, TEATRO NOVELLI, ORE 21:15
CARLA BLEY “THE LOST CHORDS” find PAOLO FRESU
Carla Bley – pianoforte, tastiere; Paolo Fresu – tromba, flicorno;
Andy Sheppard – sax tenore, sax soprano; Steve Swallow – basso el.;
Billy Drummond – batteria
È una delle first lady del jazz. Compositrice, arrangiatrice, bandleader, nonché pianista, Carla Bley ha debuttato sulle scene jazzistiche negli anni Cinquanta, ai tempi in cui era sposata col pianista Paul Bley, e da allora non ha mai smesso di sorprendere con le sue continue invenzioni sonore, spesso davvero geniali. Di lei si ricordano in special modo la partecipazione ai vivaci fermenti del free jazz e la costituzione della Jazz Composers’ Orchestra, con la quale ha realizzato capolavori come la jazz opera Escalator Over The Hill, e il prezioso contributo come arrangiatrice del primo, storico album della Liberation Music Orchestra di Charlie Haden. Ma sarebbe riduttivo ricondurre a questi due soli capitoli, pur fondamentali, l’ormai lunga carriera di una musicista che si è espressa compiutamente sia alla guida di ampi organici, sia di gruppi dalle dimensioni ridotte. The Lost Chords è uno di questi ultimi: accanto ai suoi componenti abituali c’è nella circostanza il nostro Paolo Fresu. L’idea di aggiungere una tromba ai sassofoni di Andy Sheppard, al basso elettrico di Steve Swallow, al pianoforte della stessa leader e alla batteria di Billy Drummond è venuta in occasione della stesura di nuove composizioni; il che dà il senso di come la musica di Carla Bley sia un vero work in progress.
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Lunedì 14 maggio
IMOLA (BO), TEATRO DELL’OSSERVANZA, ORE 21:15
IVO PAPASOV & HIS WEDDING BAND
Ivo Papasov – clarino;
Nesho Neshev – fisarmonica; Matyo Dobrev – kaval;
Vasil Denev – tastiere, gadulka; Ateshhan Yousseinov – chitarra; Salif Ali – batteria;
Maria Karafizieva – voce
In patria è conosciuto come il “re dei matrimoni”, all’estero come uno dei massimi esponenti della musica bulgara. Virtuoso del clarinetto, Ivo Papasov è tuttora richiestissimo come “animatore” di feste nuziali, nonostante da anni la sua fama abbia ampiamente valicato i confini balcanici e nel suo carnet ci siano esibizioni nelle sale da concerto più rinomate al mondo. La sua musica è un’avvincente fusione tra folklore e jazz (tra le maggiori influenze jazzistiche cita Benny Goodman, Charlie Parker e David Sanborn), un equilibrato mix di musica tradizionale bulgara (e balcanica più in generale) ed elementi presi da altre musiche; tra i jazzisti con cui ha collaborato ci sono il sassofonista Johnny Griffin, il pianista Milcho Leviev, il contrabbassista Arild Andersen e il percussionista Okay Temiz. Il risultato è una festa di suoni e ritmi dallo straordinario impatto comunicativo. Di origine turca, Ivo Papasov ha pagato nel 1982 la propria indipendenza artistica con 20 giorni di prigione, prima di venire trasferito in un campo di lavoro. Segno che il suo spirito innovativo non era a quel tempo gradito a tutti.
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Lunedì 21 maggio
CORREGGIO (RE), TEATRO ASIOLI, ORE 21:00
“Correggio Jazz - AterMundus”
“Carte Blanche a Danilo Rea”
LUIS BACALOV & DANILO REA
Luis Bacalov – pianoforte;
Danilo Rea – pianoforte
produzione originale
Un duo di pianoforti è sempre qualcosa di speciale. Come speciale è sicuramente l’incontro fra Danilo Rea e l’argentino Luis Bacalov, conosciuto dal grande pubblico specialmente come compositore di colonne sonore. Premio Oscar nel 1995 per le musiche de Il postino di Massimo Troisi, Luis Bacalov è nato a Buenos Aires nel 1933 e ha iniziato la propria attività musicale quando ancora viveva in Sudamerica. Residente in Italia dal 1959, Bacalov si è appunto imposto come autore di musiche per il cinema (inizialmente con lo pseudonimo di Luis Enriquez), lavorando con registi quali Damiano Damiani, Ettore Scola, Lina Wertmüller, Carlo Lizzani e Alberto Lattuada. Indissolubilmente legato alle proprie radici culturali, Luis Bacalov è un profondo conoscitore dell’universo del tango: nel 2001 ha inciso per la CAM Jazz Tango And Around, registrato assieme al bandoneonista Ulises Passarella, al contrabbassista Giovanni Tommaso e al proprio figlio Daniel alle percussioni.
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Venerdì 25 maggio
BAGNOLO IN PIANO (RE), TEATRO GONZAGA, ORE 21:00
Sabato 26 - Domenica 27 maggio
CORREGGIO (RE), TEATRO ASIOLI - LA GALERA CANTINA MUSIC CLUB, ORE 12:00-24:00
“Correggio Jazz - AterMundus”
“Cosmic Music - dedicato a Sun Ra”
8 concerti con Cosmic Music Orchestra e formazioni ridotte, direzione Gianluca Petrella
COSMIC MUSIC ORCHESTRA
Gianluca Petrella – direzione, trombone; Beppe Scardino – sax baritono;
Francesco Bigoni – sax tenore; Mirko Rubegni – tromba; Giovanni Guidi – pianoforte;
Gabrio Baldacci – chitarra; Francesco Guerri – violoncello; Alfonso Santimoni – synth;
Antonio Borghini – basso; Federico Scettri – batteria; Simone Padovani – percussioni
voce recitante Paolo Nori
testi Aldo Gianolio
produzione originale
Dopo la carte blanche dello scorso anno, che lo ha visto tra l’altro cimentarsi nell’imponente “Concert for Group and Orchestra” di Jon Lord dei Deep Purple, Gianluca Petrella si propone nuovamente con un progetto ambizioso, degno di un musicista dai vasti orizzonti espressivi. Questa volta l’attenzione del valoroso trombonista pugliese è tutta per la musica immaginifica e visionaria di Sun Ra, personalità tra le più singolari e innovative della storia del jazz. Nell’arco di tre giornate, Petrella presenterà a Bagnolo in Piano e a Correggio la sua personale rilettura dell’universo musicale e poetico di Sun Ra, avvalendosi di piccoli gruppi e, nella serata conclusiva, di una formazione orchestrale che - dato il tema - non potrebbe avere nome più adatto di Cosmic Music Orchestra. Sotto la direzione di Petrella e accanto a lui si ascolteranno giovani musicisti under 30, tra i più validi talenti del jazz italiano delle ultime generazioni. Per l’occasione, Aldo Gianolio, critico musicale e scrittore, ha ideato un testo su Sun Ra che sarà letto in scena da Paolo Nori.
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