Venerdì 28 febbraio
Casalgrande (RE), Teatro Fabrizio De
André, ore 21:15
CORDOBA REUNION
Javier Girotto – sax baritono, sax soprano;
Gerardo Di Giusto – pianoforte; Carlos Buschini –
basso, contrabbasso;
Gabriel Minino Garay – percussioni, batteria
Tutti originari di Cordoba
(Argentina) i membri di questo quartetto si sono
ritrovati, dopo aver seguito percorsi musicali
diversi, in Europa. La loro compatibilità,
geografia a parte, era troppo spiccata perché
non ne nascesse un supergruppo. E di fatti eccolo
qui: Cordoba Reunion, con la sua commistione tra
jazz e musica argentina, folklore e musica
sofisticata, improvvisazione e ritmi ballabili
tradizionali (tango, zamba, chacarera, milonga,
chaya). Gli ingredienti sono quelli giusti per
ottenere un’esplosione di colorismo sonoro, una
deflagrazione ritmica ad alta intensità, una
gioiosa espressione di passioni sudamericane.
Javier Girotto è una sorta di primus inter pares
all’interno della band, in virtù della sua
notevole fama come solista. Lasciata l’Argentina, ha
proseguito gli studi musicali negli USA per poi
giungere in Italia. Qui ha raccolto un solido e
costante successo, dapprima con i suoi Aires Tango,
poi con le altre formazioni da lui create e le
collaborazioni con Danilo Perez, Bob Mintzer, Steve
Turre, Tony Scott, Roy Hargrove, Enrico Rava,
Roberto Gatto, Antonello Salis…
Gerardo Di Giusto, emigrato a Parigi, è
diventato arrangiatore e pianista di fiducia per
maestri del tango argentino e della musica latina,
ma anche per musicisti jazz come Magik Malik.
Carlos Buschini, trasferitosi in Italia, si è
fatto conoscere sulla scena musicale europea
suonando con i grandi rappresentanti del jazz
italiano e francese: Bojan Z, Magik Malik, Luis
Agudo, Antonello Salis, Tiziana Ghiglioni…
Gabriel Minino Garay ha fatto di Parigi la sua
seconda casa. Qui ha creato la sua band Les Tambours
du Sud, con una decina di percussionisti. Ha
collaborato con musicisti di fama internazionale
come Dee Dee Bridgewater, Mercedes Sosa, Jacky
Terrasson, Michel Portal, Stefano Di Battista…
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Sabato 1 marzo
Ferrara, Jazz Club Torrione San Giovanni, ore
21:30
ROBERTO GATTO
QUARTET
Avishai Cohen – tromba; Francesco Bearzatti –
sassofoni;
Doug Weiss – contrabbasso; Roberto Gatto –
batteria
La prima notorietà di
Roberto Gatto risale al 1975, anno di debutto del
Trio di Roma, co-diretto assieme ad altri due
musicisti destinati come lui a segnare profondamente
la storia del jazz nazionale: Danilo Rea ed Enzo
Pietropaoli. Da allora, nel corso di quasi
quarant’anni di carriera, Gatto si è imposto
come l’esempio più rappresentativo della
batteria jazz italiana. Le sue indiscutibili doti
tecniche lo hanno reso uno dei batteristi più
ricercati sia dai leader italiani (Enrico Rava,
Franco D’Andrea, Enrico Pieranunzi) che dai
più importanti artisti stranieri di passaggio
dalle nostre parti (Johnny Griffin, George Coleman,
Curtis Fuller, Chet Baker, Joe Zawinul, Pat
Metheny).
Dopo aver svolto per lungo tempo il ruolo di sideman di
lusso, negli ultimi anni Gatto si sta concentrando
principalmente sulla sua attività da leader,
facendo la spola tra Roma e New York, città
di riferimento per alcune delle più
sorprendenti formazioni ideate dal batterista in
tempi recenti, come il nuovo quartetto pianoless di
assoluta originalità sia nella strumentazione
che nella scelta dei musicisti. Gatto ha infatti
convocato due solisti dalla personalità
debordante come Avishai Cohen e Francesco Bearzatti
e, a dargli man forte con il ritmo, un bassista
inossidabile come Doug Weiss. Ne viene fuori un
quartetto decisamente fuori dagli schemi, dedito a
un jazz moderno e innovativo, screziato dalle
imprevedibili impennate di Bearzatti e dai ficcanti
assolo di Cohen, stella emergente del jazz della
East Coast statunitense.
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Mercoledì 5 marzo
Rimini, Teatro degli Atti, ore 21:15
KURT ELLING
1619
Broadway
The
Brill Building Project
Kurt Elling – voce; Gary Versace – pianoforte; John
McLean – chitarra;
Clark Sommers – contrabbasso; Kendrick Scott –
batteria
Non ne dubitavamo di certo: nel
2013 Kurt Elling ha vinto entrambi i referendum di
DownBeat, quello dei critici e quello dei lettori,
come miglior voce maschile. È ormai dal 2000
(quattordici anni consecutivi!) che Elling si impone
come miglior cantante alla vetta della principale
classifica del jazz mondiale, quella stilata dai
critici: un record che si commenta da solo.
A stimolare questa nuova ondata di consenso è
stato anche l’arrivo sulle scene concertistiche di 1619 Broadway – The
Brill Building Project (il disco era uscito
nel 2012 per la Concord). La dedica a un edificio
è sicuramente cosa insolita, ma il Brill
Building, ospitando studi e uffici dell’industria
musicale, è stato la Mecca della canzone pop
tra gli anni Cinquanta e Sessanta e quindi racchiude
tra le sue mura un’intera mitologia canora. Roba
ideale per la traccia narrativa di un progetto
musicale: lì erano di casa Carole King, Burt
Bacharach e molti altri memorabili nomi della
canzone statunitense. Tra questo retroterra pop e la
sofisticata levatura jazzistica di Elling si
stabilisce un circuito virtuoso: stilemi di vocalese
e doo-wop sono innestati sulla musica beat, mentre
R&B e ballate vanno incontro allo swing e alla
moderna eredità boppistica. Probabilmente uno
dei migliori repertori mai assemblati da Elling, con
una varietà espressiva che non perde mai di
coerenza.
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Sabato 8 marzo
Massa Lombarda (RA), Sala del Carmine, ore 21:00
MARIA PIA DE VITO
& ARES TAVOLAZZI
Maria Pia De Vito – voce; Ares Tavolazzi – basso
elettrico
È un incontro di fresca
data, quello tra due portabandiera del jazz italiano
come Maria Pia De Vito e Ares Tavolazzi, che per
l’occasione lascia il contrabbasso per imbracciare
lo strumento elettrico, cosa che fa venire alla
mente il suo ruolo nella storica band jazz-rock
Area. In questo contesto di assoluta intimità
eseguiranno canzoni statunitensi d’autore (da Joni
Mitchell a Elvis Costello) alternate ai capolavori
di Charles Mingus e Thelonious Monk: un’occasione
per ascoltare la camaleontica voce della De Vito,
negli ultimi anni particolarmente dedita alla musica
di ricerca, in un repertorio che invece è
particolarmente suadente e popolare.
Maria Pia De Vito è da tre decenni al vertice
del canto jazz italiano ed europeo. Pluripremiata al
Top Jazz, è un’artista a tutto tondo;
compositrice e arrangiatrice oltre che performer. La
De Vito è un’instancabile esploratrice del
linguaggio e degli stili musicali legati
all’improvvisazione. I suoi interessi spaziano dal
jazz alla musica più sperimentale, dalla
tradizione classica alla canzone popolare
partenopea: una voce e una personalità
artistica decisamente libere e straordinariamente
moderne.
Ares Tavolazzi, oltre alla fama raccolta come membro
degli Area, è uno dei più stimati
contrabbassisti del jazz italiano. A testimonianza
del suo indiscutibile valore ci sono i grandi leader
che lo hanno voluto come elemento fondamentale delle
loro ritmiche: Stefano Bollani, Enrico Rava, Massimo
Urbani, Francesco Guccini, Sal Nistico, Max Roach,
Lee Konitz, Phil Woods…
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Domenica 9 marzo
Gambettola (FC), Teatro Comunale/La Baracca dei
Talenti, ore 21:00
SARAH JANE MORRIS
& ANTONIO FORCIONE
Sarah Jane Morris – voce; Antonio Forcione –
chitarra
Nata nell’estate del 2012, questa
collaborazione straordinaria, come l’ha definita The Guardian,
è un folgorante mix di virtuosismo
sopraffino, ritmo impetuoso, ardente
spiritualità e ironia in buona dose: Sarah
Jane Morris e Antonio Forcione hanno in comune
l’Inghilterra (per lei patria natìa, per lui
adottiva), uno stile peculiare e una storia di
successi.
Sarah Jane Morris, inglese di Southampton, dove
è nata nel 1959, è riuscita ad
affermarsi con eguale fortuna in generi assai
diversi come il jazz, il pop, il rock e l’R&B:
merito del suo approccio canoro capace di passare
dal sofisticato al viscerale, nonché
dell’estrema estensione (quattro ottave), il
perfetto controllo ritmico e l’intonazione
millimetrica della sua voce.
Nel 1981 partecipò all’incisione del disco Into the Garden
degli Eurythmics: il suo primo rilevante passo nel
giro della musica pop che conta. È stata poi
corista per i Communards di Jimmy Somerville. Nel
1986, con Don’t
Leave Me This Way, i Communards e Sarah
Jane scalarono le classifiche di vendita
internazionali, imprimendo un marchio canoro
indimenticabile. Da lì iniziò la
carriera da solista della Morris, ricca di nuove
collaborazioni: Riccardo Fogli, Riccardo Cocciante
(col quale nel 1991 ha vinto il festival di
Sanremo), Steve Martland, Matt Bianco, Marc Ribot,
Dominic Miller.
Antonio Forcione, italiano di nascita ma londinese
di adozione, è un virtuoso della chitarra
acustica, capace di portare il suo strumento in zone
mai esplorate da altri. La sua carriera si è
sviluppata con notevole successo in una
varietà di contesti, com’è evidente
dalle sue innumerevoli collaborazioni: Biréli
Lagrène, Barney Kessel, Dominic Miller,
Rossana Casale, Trilok Gurtu, John Scofield, John
McLaughlin, Charlie Haden, Zucchero, Bobby McFerrin,
Phil Collins, Pino Daniele, Van Morrison...
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Venerdì 14 marzo
Massa Lombarda (RA), Sala del Carmine, ore 21:00
“Massa
Sonora”
DIMITRI SILLATO
LUMINAL
Mirco Rubegni – tromba; Achille Succi – clarinetto
basso;
Dimitri Sillato – pianoforte; Stefano Senni –
contrabbasso; Federico Scettri – batteria
SIMONE MASSARON
SOLO
“Cannery Row”
Simone Massaron – chitarra acustica, elettrica, live
looping
ROLLERBALL
Piero Bittolo Bon - sax alto, clarinetto contralto;
Beppe Scardino – sax baritono, clarinetto basso;
Enrico Terragnoli – chitarra;
Danilo Gallo – contrabbasso; Massimiliano Sorrentini
– batteria
Inizia con una tripletta di band
“Massa Sonora”, vetrina per quella fucina di
sperimentazione jazzistica che è il
collettivo El Gallo Rojo.
Si parte coi Luminal di Dimitri Sillato, pianista di
formazione classica convertitosi al jazz e alla
libera improvvisazione. In questa sua veste ha
accumulato esperienze al fianco di nomi come Eyvind
Kang, Mike Patton, Cristina Zavalloni, Achille
Succi, Tristan Honsinger, Marilyn Mazur. E ancora,
su un fronte meno sperimentale, con Gabriele
Mirabassi e Vinicio Capossela.
Secondo quel vate della ricerca chitarristica che
è Marc Ribot, Simone Massaron “ha imparato la
lezione degli improvvisatori, ma è
chiaramente affezionato alla forma
canzone/memoria/composizione. Suona sfruttando un
ampio bagaglio fraseologico ma anche con grande
delicatezza”. Massaron, nato a Milano nel 1971,
spazia tra improvvisazione radicale, avanguardia,
jazz e si dedica assiduamente alla sonorizzazione di
film muti. Ha suonato con Elliott Sharp, Nels
Cline, Marc Ribot, Peter Evans...
Il quintetto Rollerball, che ha già
realizzato due produzioni per El Gallo Rojo,
è un meccanismo che produce suoni fragorosi,
roboanti, indistinti, dal carattere esoterico.
Rollerball attraversa gli spazi dell’avanguardia,
del jazz, del rock e del pop, travalicando ogni
frontiera musicale.
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Sabato 15 marzo
Massa Lombarda (RA), Sala del Carmine, ore 21:00
“Massa
Sonora”
COLLETTIVO EL GALLO
ROJO
“El dia de los
muertos”
Achille Succi – clarinetto basso, sax alto,
shakuhachi; Francesco Bigoni – sax tenore,
clarinetto;
Piero Bittolo Bon – sax alto, clarinetto alto,
pocket dubstep trumpet;
Beppe Scardino – sax baritono; Dimitri Sillato –
pianoforte, violino;
Enrico Terragnoli – banjo, chitarra elettrica e
acustica, sampler;
Simone Massaron – chitarra elettrica e acustica;
Alfonso Santimone - pianoforte, organo, laptop;
Giulio Corini – contrabbasso; Danilo Gallo –
contrabbasso; Stefano Senni – contrabbasso;
Zeno de Rossi – batteria, percussioni; Massimiliano
Sorrentini – batteria, percussioni;
Nelide Bandello – batteria, percussioni; Martino
Fedrigoli – paper, water
Formato nel 2004, il collettivo El
Gallo Rojo è stato sin da subito una sorta di
calamita capace di attrarre numerosi jazzisti sotto
il segno di una completa autogestione: tratto comune
degli artisti che partecipano a questa family è
l’apertura stilistica verso un’idea di jazz dalle
maglie molto larghe, attraverso le quali riescono a
infiltrarsi altri generi musicali. Innumerevoli sono
i gruppi nati all’interno del collettivo, in una
girandola di combinazioni in cui jazzisti ormai
ampiamente noti sulla scena nazionale ed europea
(Succi, Bigoni, Scardino, Santimone, de Rossi,
Gallo, Senni...) sono affiancati da nomi meno noti
ma di certo non meno creativi.
Nel 2013 l’etichetta discografica autogestita dal
collettivo ha raggiunto la sua cinquantesima
produzione: è stata l’occasione per mettere
su un progetto davvero speciale, una sorta di house party che
ha visto riunirsi un numero sorprendente di
affiliati al Gallo Rojo. Ne è venuta fuori
un’orchestra dalle sensazionali potenzialità,
in cui ogni membro fornisce composizioni originali.
Quanto all’organico messo in campo, tutte le
combinazioni sono possibili, dal solo alla piena
orchestra, con spazio per numerose combinazioni
intermedie.
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Mercoledì 19 marzo
Massa Lombarda (RA), Sala del Carmine, ore 21:00
ALESSANDRO SCALA
QUARTET & special guest FABRIZIO BOSSO
“Viaggio Stellare”
Alessandro Scala – sax tenore, sax soprano; Nico
Menci – pianoforte;
Paolo Ghetti – contrabbasso; Stefano Paolini –
batteria
special guest
Fabrizio Bosso – tromba, flicorno
Fabrizio Bosso
artist in residence
Alessandro Scala, sassofonista
ravennate, classe 1968, inizia gli studi di
clarinetto, e poi di sax, sin dall’infanzia.
L’approccio al jazz avviene dapprima da autodidatta,
quindi sotto la guida di Fabio Petretti, Bob
Bonisolo, Steve Grossman. La sua enorme dedizione
alla musica senza preclusioni di stile gli permette
di collaborare con nomi di rilievo in vari ambiti,
dal jazz, alla bossa nova, il funk, il blues: Bob
Moses, Marilyn Mazur, Bruno Tommaso, Jimmy Owens,
Marco Tamburini, Mario Biondi, Rosalia de Souza…
Particolarmente duratura è la sua
collaborazione con l’hammondista lounge Sam Paglia.
Come leader, Scala si presenta abitualmente alla
testa di quartetti e quintetti, avendo spesso al suo
fianco partner di grande livello, come Flavio
Boltro.
Il quartetto di Scala è nato come atto
d’amore verso la stagione dell’hard bop. Il suo
repertorio era infatti inizialmente ripreso da
Horace Silver, Hank Mobley, Lee Morgan, Miles Davis…
Successivamente Scala ha aggiunto nel programma
musicale alcuni suoi brani di matrice nu jazz ma
legati comunque alla tradizione. Con la recente
pubblicazione del disco Viaggio Stellare (Schema) il
repertorio è diventato completamente
originale, mentre Scala ha consolidato la
collaborazione con Fabrizio Bosso, che sarà
ospite di riguardo anche per il concerto a Massa
Lombarda. Prenderà così il via la
‘residenza d’artista’ di Bosso a Crossroads 2014.
Dopo questa sua prima apparizione nel ruolo di special guest,
il trombettista tornerà infatti altre tre
volte alla guida di propri gruppi: Latin Mood,
Spiritual Trio e il duo con Julian Oliver
Mazzariello.
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Giovedì 20 marzo
Modena, La Tenda, ore 21:30
RAUL MIDÓN
voce, chitarra, pianoforte, percussioni
Raul Midón, originario del
Nuovo Messico, cieco sin dalla nascita (1966),
è un cantautore nella cui chitarra si cela
un’intera orchestra: la sua capacità di
sovrapporre linee melodiche, riempimenti armonici e
stacchi ritmici è di un abbagliante
virtuosismo. Nel suo approccio, che comunque rimane
inequivocabilmente personale, si possono cogliere
tracce di altri poeti della voce&chitarra come
Richie Havens, Sting e Paul Simon. Il suo stile che
incrocia soul, rock ed elementi ispanici ha attratto
l’attenzione di musicisti assai diversi, che hanno
voluto suonare con lui: da Herbie Hancock a Stevie
Wonder, Queen Latifah e Snoop Dogg.
Trasferitosi in Florida negli anni Novanta,
Midón partecipa a produzioni di pop latino.
Lavora come corista in studio e in tour con star
come Shakira, Julio Iglesias e José
Feliciano. Presto inizia a girare voce del suo
talento e nel 2005, dopo il trasferimento a New
York, esce il suo primo disco da leader per una
major (State of
Mind, EMI Manhattan Records). Da allora
sono arrivati album di sempre più sofisticata
fattura e collaborazioni cinematografiche di rilievo
(con Spike Lee).
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Venerdì 21 marzo
Rimini, Teatro degli Atti, ore 21:15
TEREZ MONTCALM TRIO
Terez Montcalm – voce, chitarra;
Jean Marie Ecay – chitarra; Christophe Wallemme –
basso, contrabbasso
Terez Montcalm viene dal
Québec, dove è nata nel 1963. Inizia
la carriera come cantante pop ma nel 2006, col suo
quarto album (Voodoo),
sterza inaspettatamente verso il jazz, scoprendo una
formula musicale decisamente personale che le apre
le porte della scena internazionale.
La voce della Montcalm ha un timbro tutto
irregolarità, un po’ Lolita un po’ bourbon on the rocks.
Non si appoggia certo sulle facili carte della
seduzione femminile: i suoi giochi sul fraseggio,
tra dizione staccata e allungamento delle note,
caricano i testi di un’espressività
lancinante, mentre le pause sono affrontate come un
salto sopra l’abisso. Il suo è davvero scavo
interpretativo, fortemente personale, sorretto da
una voce non scolastica ma certamente carismatica,
capace di inchiodare l’ascoltatore al pari di
quella, altrettanto disomogenea, di Marlene
Dietrich.
Autrice di canzoni capaci di flirtare con lo swing
ma che sono soprattutto il frutto di una cultura
musicale pop eterogenea, la Montcalm ha saputo
applicare il suo stile irriverente e modernista
anche a un repertorio commerciale dei più
variegati: Annie Lennox, Elton John, Jimi Hendrix,
U2, Michel Legrand. Nei dischi successivi a Voodoo,
elementi jazz e indole rockettara sono sempre
compresenti, in dosi variabili. Here’s To You. Songs
For Shirley Horn (2011) è stato il
vero battesimo completamente jazzistico per la
cantante canadese: una performance vocale degna
della hall of
fame. Con il più recente I Know, I'll Be
Alright (2013) tornano in repertorio i
grandi classici del pop-rock (David Bowie, Michael
Jackson, Simply Red, Neil Young): la fattura
pregevolmente indie
degli arrangiamenti della Montcalm rende queste
canzoni irresistibili anche per le orecchie
più esigenti.
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Sabato 22 marzo
Ferrara, Jazz Club Torrione San Giovanni, ore
21:30
RALPH ALESSI BAIDA
QUARTET
Ralph Alessi – tromba; Gary Versace – pianoforte;
Drew Gress – contrabbasso; Nasheet Waits – batteria
È un jazz progressista e
sofisticato quello di Ralph Alessi. Nato a San
Francisco nel 1963 si è formato come
trombettista classico, ‘ereditando’ il mestiere del
padre. Già attivo in campo cameristico e
sinfonico, Alessi imbocca la strada della tromba
jazz (ma si specializza anche come contrabbassista
con Charlie Haden) per poi trasferirsi a New York,
nel 1990. La scena downtown lo ha accolto a braccia
aperte: Steve Coleman, Jason Moran, Don Byron, Ravi
Coltrane, Fred Hersch, Uri Caine se lo sono conteso
come collaboratore. Ma Alessi ha perseguito anche
una sua attività da leader, soprattutto per
eseguire le sue composizioni, capaci di spaziare da
un forte legame con la tradizione post-boppistica
alla musica contemporanea.
Baida, del
2013, rappresenta il debutto discografico di Alessi
su ECM: la storica etichetta tedesca negli ultimi
tempi sta documentando con particolare attenzione la
scena avant
newyorkese e non si è lasciata sfuggire
questo suo esponente di spicco. Alessi risponde alla
chiamata dell’ECM servendo una musica di rara
purezza sonora, incalzante pur nella sua calma
apparente.
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Mercoledì 26 marzo
Parma, Casa della Musica – Sala dei Concerti,
ore 21:00
JOEY CALDERAZZO
TRIO
Joey Calderazzo – pianoforte;
Orlando Le Fleming – contrabbasso; Donald Edwards –
batteria
Nato nel 1965 nello stato di New
York, Joey Calderazzo entra nel mondo del jazz
ingranando sin da subito una marcia alta: a ventidue
anni è nella band di Michael Brecker, poi in
rapida successione affianca nomi illustri come Bob
Belden, Jerry Bergonzi, Bob Mintzer. All’inizio
degli anni Novanta il suo esordio discografico come
leader su etichetta Blue Note crea una grande
impressione. È proprio in occasione di una
seduta di registrazione per la Blue Note che
incontra Branford Marsalis. Successivamente, nel
1998, entra nel giro della Marsalis family,
sostituendo il compianto Kenny Kirkland nel
quartetto di Branford, collaborazione tutt’ora in
corso. Dal 2002, la Marsalis Music è
diventata anche la sua etichetta discografica.
Pianista dal tocco possente e la tecnica prodigiosa,
Calderazzo ha progressivamente percorso a ritroso la
storia del piano jazz, assorbendo elementi di
Thelonious Monk, Bud Powell, Jelly Roll Morton e
James P. Johnson, oltre a rendere sempre più
‘umanistiche’ le sue esecuzioni. Come leader si
esibisce prevalentemente in piano solo e in trio,
con una ristretta cerchia di selezionatissimi
partner.
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Giovedì 27 marzo
Solarolo (RA), Oratorio dell’Annunziata, ore
21:00
FABRIZIO BOSSO
& JULIAN OLIVER MAZZARIELLO
Fabrizio Bosso – tromba; Julian Oliver Mazzariello –
pianoforte
Fabrizio Bosso
artist in residence
Già ospite del quartetto di
Alessandro Scala, Fabrizio Bosso torna ora in veste
di leader a Crossroads. Anzi, nei prossimi mesi il
programma del festival ospiterà ancora altri
due suoi gruppi, offrendo così una visione
enciclopedica dell’enorme creatività di uno
dei jazzisti più amati dal pubblico.
Fabrizio Bosso e Julian Oliver Mazzariello sono
compagni di palcoscenico di lunga data, sin da
quando Mazzariello occupò per primo lo
sgabello di pianista dell’High Five Quintet,
formazione che contribuì particolarmente a
dare slancio alla carriera di Bosso, che da allora
ha seguito un percorso di inarrestabile ascesa. In
duo, si dedicano a una musica che rifiuta il
concetto di impossibile: stili ed espressioni assai
diverse possono benissimo convivere, tenuti assieme
dalla visione trasversale di questi due sopraffini
interpreti.
La musica melodica italiana diventa una specie di
cornucopia da cui può emergere di tutto:
improvvisazioni sorprendenti, tensioni liriche e
distensioni armoniche, energia ritmica e colorismo
strumentale avvolgente. Soprattutto, il melos italiano,
nelle mani di Bosso e Mazzariello, viene catapultato
nell’universo del jazz classico.
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Venerdì 28 marzo
Cesenatico (FC), Teatro Comunale, ore 21:00
CRISTINA ZAVALLONI
“SPECIAL DISH”
Cristina Zavalloni – voce, composizione;
Cristiano Arcelli – sax alto, composizione; Daniele
Mencarelli – basso elettrico;
Alessandro Paternesi – batteria
prima assoluta
Rimescolando le carte della sua
Radar Band, la cantante bolognese Cristina Zavalloni
si trova in mano un poker vincente: il suo nuovo
Special Dish, una formazione fresca e rinnovata nel
repertorio, con in più l’affinamento creato
da una ormai lunga sintonia tra i suoi membri. Per
questa prima assoluta, sul ‘piatto’ c’è molta
musica originale, ma si pesca anche a piene mani
nella tradizione folklorica mediterranea, nel
repertorio della canzone italiana e pure dai Beach
Boys. Del resto sia la Zavalloni che i suoi
musicisti hanno una formazione classica, sono a
proprio agio nell’improvvisazione, hanno un’apertura
mentale che abbraccia senza timore il pop e il folk.
La Zavalloni, formatasi in ambito jazzistico (con
una evidente predilezione per le più moderne
declinazioni del canto) si è poi indirizzata
anche verso gli studi classici, finendo per
diventare una delle voci più particolari del
belcanto contemporaneo. La sua carriera
internazionale è in pieno fermento: il suo
nome è ormai costantemente associato ai
teatri, i direttori e le orchestre più
prestigiose, oltre che a repertori decisamente
novecenteschi (nei suoi più recenti programmi
spiccano Britten, Schoenberg, Andriessen, Berio).
Torna comunque regolarmente alla musica
improvvisata, come dimostrano le sue recenti
produzioni discografiche su etichetta Egea, il duo
con Stefano Bollani andato in scena nel 2011 e la
recente intensa attività della Radar Band.
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Sabato 29 marzo
Castel San Pietro Terme (BO), “Cassero” Teatro
Comunale, ore 21:15
“Cassero Jazz”
PAOLO CARUSO &
FRANCO COSTANTINI
“nessuno”
Paolo Caruso – percussioni, suoni e colori;
Franco Costantini – instant reading
ANTONELLO SALIS
& HAMID DRAKE
Antonello Salis - pianoforte, fisarmonica; Hamid
Drake - batteria, percussioni
Antonello Salis e Hamid Drake sono
compagni di musica di lungo corso, ma solo da poco
tempo calcano il palcoscenico nella icastica formula
del duo. Da personalità così
debordanti del jazz più legato alla libera
improvvisazione ci si può aspettare un set
decisamente spinto verso l’imprevedibile: stacchi
funky, idee colte al volo con reciproca telepatia,
vortici sonori che dilatano i tempi dei brani,
rumorismi primordiali, poliritmie incalzanti,
ammiccamenti a qualcosa di noto all’orecchio
dell’ascoltatore, che sia Ellington o Don Cherry,
prima di rituffarsi nel maelström improvvisativo di
una performance in cui anche la componente visiva e
gestuale diventa parte dello spettacolo.
Hamid Drake, nato in Louisiana nel 1955, cresciuto
poi a Chicago, pur partendo dal rock e l’R&B,
entra nel giro dell’avant-jazz degli anni Settanta:
Fred Anderson, George Lewis e altri membri
dell’AACM. Formative e significative le sue
successive esperienze con Don Cherry, Peter
Brötzmann, William Parker, Herbie Hancock,
Pharoah Sanders, Wayne Shorter, Archie Shepp. Negli
anni più recenti si è dedicato
particolarmente ai suoi progetti, come l’Indigo Trio
e i gruppi con Salis.
Nato in Sardegna nel 1950, Antonello Salis vanta una
carriera quarantennale che lo ha portato ai vertici
del jazz più aperto alla sperimentazione,
permettendogli di collaborare con mostri sacri come
Don Cherry, Cecil Taylor, Lester Bowie e l’Art
Ensemble of Chicago, Han Bennink, Evan Parker,
Michel Portal, Billy Cobham, Pat Metheny. Tra le sue
più ammirate collaborazioni italiane,
spiccano quelle con Enrico Rava, Paolo Fresu,
Massimo Urbani, Gianluca Petrella, Stefano Bollani,
Fabrizio Bosso. La poliedrica musicalità di
Salis ha dato ottimi frutti anche nell’ambito della
musica leggera, per il teatro, il cinema e la danza.
Tra le sue collaborazioni non jazzistiche, risaltano
quelle con Pino Daniele, Teresa De Sio, Ornella
Vanoni e Vinicio Capossela.
Altrettanto votato al funambolismo metrico e la
fascinazione timbrica sarà il reading a
briglia sciolta che l’eclettico talento di Franco
Costantini (poeta, enigmista, attore) terrà
in apertura di serata, nella cornice ritmica e
cromatica abilmente cesellata da Paolo Caruso.
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Domenica 30 marzo
Castel San Pietro Terme (BO), “Cassero” Teatro
Comunale, ore 21:15
“Cassero Jazz”
ADA MONTELLANICO
QUARTETTO
“It’s Magic”
Omaggio
a Abbey Lincoln
Ada Montellanico – voce; Humberto Amésquita –
trombone;
Enrico Zanisi – pianoforte; Francesco Ponticelli –
contrabbasso
Partita da un’impostazione canora
di ferrea matrice jazzistica, Ada Montellanico si
è mantenuta saldamente attaccata a questa sua
formazione anche quando è passata
dall’interpretazione del repertorio degli standard (The Encounter,
1993, con il trio di Jimmy Cobb) a personali
rivisitazioni della canzone italiana, iniziate con L’altro Tenco
(1996; questa volta con la presenza notevole di
Enrico Rava). La Montellanico ha proseguito sulla
strada dell’incrocio tra jazz e canzone pop con Ma l’amore no
(1997) sino al più recente Danza di una ninfa
(2005), al fianco di Enrico Pieranunzi e ancora a
braccetto delle canzoni di Tenco. Laddove, rispetto
alla canzone di Broadway, le pop songs
italiane si dimostrano più refrattarie ai
ritmi jazz, la Montellanico ha saputo lavorare sugli
spazi piuttosto che sulle scansioni definite e
swinganti, amplificando l’importanza di interpretare
i testi e non solo di intonarli.
Ora, con “It’s Magic”, la Montellanico torna alla
musica afroamericana DOC: un omaggio ad Abbey
Lincoln, figura fondamentale del jazz vocale ma
anche del movimento per l’emancipazione e la lotta
per i diritti civili degli afroamericani. Pescando
nel repertorio della Lincoln sia come interprete che
come autrice, la Montellanico congegna uno
spettacolo di grande impatto emotivo e culturale,
che prosegue nel filone ‘femminista’ inaugurato dai
precedenti Omaggio
a Billie Holiday (2008) e Suono di donna
(2012, album dedicato alle donne compositrici).
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Mercoledì 2 aprile
Piacenza, Teatro President, ore 21:15
“Piacenza Jazz
Fest”
BILL FRISELL
“BEAUTIFUL DREAMERS”
Bill Frisell – chitarre; Eyvind Kang – viola; Rudy
Royston – batteria
Bill Frisell è uno dei guitar heroes
del jazz dagli anni Ottanta a oggi: campione della
svolta postmoderna della musica improvvisata negli
anni Novanta, è riuscito a raggiungere una
fama planetaria pur essendo a tutti gli effetti un
avanguardista (indimenticabili le sue collaborazioni
con John Zorn e Tim Berne). Attratto da
collaborazioni con le star del rock e dalle musiche
per il cinema, ha poi imboccato una strada
decisamente personale, esplorando le radici della
musica americana (country, bluegrass) con i mezzi
espressivi dell’improvvisazione jazzistica.
Finalmente libero dagli stringenti vincoli
discografici della sua storica etichetta, la
Nonesuch, Bill Frisell negli ultimi anni si è
abbandonato a una più frequente
documentazione delle sue innumerevoli band e
scorribande musicali. Beautiful Dreamers (2010, Savoy)
è ricco di spunti musicali finemente
cesellati, concisi, dal notevole spessore melodico.
Ma il trio, dal vivo, è capace di trasportare
questa musica su ben altre dimensioni, con una
improvvisa sterzata che proietta la band sulla
corsia dell’effettismo sonoro, della dilatazione in
forma di jam, delle inaspettate ‘scappatelle’ fuori
pista di Frisell e Kang, con Royston che funge da
faro per il ritorno alla base. Il repertorio vive di
contrasti espressivi a tinte forti: musica
metropolitana a braccetto con stilemi rurali,
postmodernismo e primitivismo come due vicini di
casa, stilemi di genere estremamente definiti e
improvvisi pastiches
nei quali gli stili vengono bellamente frullati
assieme, un effetto ping pong tra sperimentazione e
tradizione. Frisell è tra l’altro uno dei
pochi maestri che sanno trasformare l’avanguardia in
una esperienza d’ascolto dal coinvolgimento e la
fascinazione immediati.
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Giovedì 3 aprile
Modena, La Tenda, ore 21:30
PAULA MORELENBAUM
Bossarenova Trio
Paula Morelenbaum – voce;
Joo Kraus – tromba, effetti; Ralph Schmid –
pianoforte
Paula Morelenbaum (nata Regina
Paula Martins a Rio de Janeiro nel 1962) è
ormai nota col cognome preso dal marito, il celebre
violoncellista Jaques Morelenbaum, col quale ha
fatto parte per ben dieci anni, dal 1984 al 1994,
della Nova Banda, il gruppo di un mito della musica
brasiliana: Antonio Carlos Jobim. Sempre col marito
ha dato vita poi a un trio assieme a Ryuichi
Sakamoto, altra formazione che ha ampiamente
contribuito alla sua fama internazionale.
Paula Morelenbaum è oggi una delle cantanti
brasiliane più affermate: nella sua carriera
da solista ha continuato a esplorare la musica di
Jobim ma anche quella di Vinícius de Moraes,
nonché il repertorio della canzone brasiliana
degli anni Quaranta e Cinquanta (inciso recentemente
assieme a João Donato).
Il Bossarenova Trio è una formazione dalla
geografia intercontinentale: Joo Kraus e Ralph
Schmid sono entrambi tedeschi. All’origine di questo
gruppo c’è il progetto musicale Bossarenova
in collaborazione con la SWR Big Band di Stoccarda.
Avviato con successo nel 2009, Bossarenova ebbe
problemi legati ai visti in occasione di una
progettata tournée negli USA: fu così
che l’organico orchestrale fu ridotto a dimensioni
cameristiche, dando origine all’attuale trio. Anche
nel repertorio del gruppo, Brasile ed Europa si
trovano affiancate: il trio ha infatti aggiunto una
selezione di Lieder della tradizione classica alle
canzoni di origine carioca che inizialmente
formavano l’intera scaletta musicale.
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Venerdì 4 aprile
Dozza (Bo), Teatro Comunale, Ore 21:00
“Dozza Jazz”
ROBERTO BARTOLI /
PASQUALE MIRRA / DANILO MINEO TRIO
“#1: Roots”
Roberto Bartoli – contrabbasso;
Pasquale Mirra – vibrafono; Danilo Mineo –
percussioni
Un trio paritetico dalla
strumentazione non proprio convenzionale: a fare da
collante sarà il contrabbasso di Roberto
Bartoli. Allievo di Bruno Tommaso, Bartoli ha poi
collaborato con nomi di riferimento del jazz
italiano (Massimo Urbani, Paolo Fresu, Gianluigi
Trovesi, Gabriele Mirabassi, Marco Tamburini, Simone
Zanchini, Luciano Biondini) e anche statunitense
(Dave Schnitter, Charles Davis, Steve Grossman),
dimostrandosi a proprio agio sia in contesti mainstream che
su repertori più informali.
Al suo fianco ci sarà Pasquale Mirra,
vibrafonista tra i più interessanti della
scena italiana. La sua spontanea musicalità,
capace di cogliere istintivamente i legami fra
tradizione e contemporaneità jazzistica, lo
ha portato a proficue collaborazioni con artisti del
calibro di Michel Portal, Fred Frith, Nicole
Mitchell, Tristan Honsinger, Ernst Reijseger, Rob
Mazurek, Butch Morris, Michael Blake, Hamid Drake
(col quale collabora stabilmente dal 2008).
Danilo Mineo aggiungerà una speziata dose di
percussioni, dando prova del suo carattere musicale
poliedrico. Alquanto variegate sono infatti le sue
frequentazioni musicali: Roy Paci, Gianluca
Petrella, Giancarlo Schiaffini, Carlo Maver...
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Sabato 5 aprile
Dozza (Bo)
“Dozza Jazz”
Enoteca Regionale dell’Emilia-Romagna, Ore 18:00
Presentazione del
libro
“Il Suono del Nord
- La Norvegia protagonista della scena jazz
Europea”
di Luca Vitali (Auditorium Edizioni)
Parteciperanno:
Luca Vitali, Libero Farnè
Teatro Comunale, Ore 21:00
Omaggio a Sean
Bergin
DANIELE D’AGARO
& SAVERIO TASCA
Composizioni di
Sean Bergin, Daniele D’Agaro & libere
improvvisazioni
Daniele D’Agaro – sax tenore, clarinetto; Saverio
Tasca – marimba
RE-UNION TRIO
Sandro Satta – sax alto; Roberto Bellatalla –
contrabbasso; Fabrizio Spera – batteria
“My own Bergin”
Mostra
Fotografica di Mario Sabbatani
Un duo e un trio tutti nel segno
del grande sassofonista Sean Bergin, sudafricano ma
attivo nell’effervescente scena avanguardistica
olandese, scomparso nel 2012. A ricordarlo ci
saranno musicisti fortemente legati alla sua memoria
e alla causa della libera improvvisazione.
Il duo che affianca Daniele D’Agaro e Saverio Tasca
riunisce due musicisti che hanno personalmente
collaborato con Bergin: difficile dimenticare, ad
esempio, l’esaltante organico dell’Adriatics
Orchestra diretta da D’Agaro. Il sassofonista
friulano, del resto, aveva fatto dell’Olanda la sua
seconda casa, stringendo inossidabili amicizie e
proficue collaborazioni coi migliori esponenti della
sperimentazione di Amsterdam: Tristan Honsinger,
Tobias Delius, Misha Mengelberg... Anche parte della
formazione musicale di Tasca è avvenuta ad
Amsterdam. Il vibrafonista e marimbista ha poi
coltivato una carriera che abbraccia musica colta e
improvvisata, sia mainstream
che avant.
Il Re-Union Trio nasce dall’incontro sul campo
aperto dell’improvvisazione di tre esponenti di
diverse generazioni del jazz italiano. Ne sortisce
una band dal suono istantaneo, teso, vibrante, che
dà vita a una musica energica e immaginativa.
Le credenziali sono di prim’ordine: Satta ha suonato
con Don Pullen, Lester Bowie, Don Moye, Don Cherry,
Han Bennink, Gary Bartz; Bellatalla, particolarmente
attivo sulla scena londinese, ha fatto parte dei
gruppi di Louis Moholo, Elton Dean, Keith Tippett;
Spera ha lavorato con Butch Morris, Wadada Leo
Smith, Mike Cooper, Rova Saxophone Quartet.
All’interno del Teatro Comunale sarà inoltre
allestita la mostra fotografica di Mario Sabbatani
“My own Bergin”, carrellata di immagini del grande
sassofonista sudafricano.
In attesa del concerto serale, nel pomeriggio Luca
Vitali presenterà il suo libro “Il Suono del
Nord - La Norvegia protagonista della scena jazz
Europea” (Auditorium Edizioni), affiancato dal
critico musicale Libero Farnè: un dialogo a
due voci sulla piccola ma vivace e influente scena
musicale del paese scandinavo, che ha in Jan
Garbarek il suo alfiere più noto.
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Domenica 6 Aprile
Dozza (Bo), Teatro Comunale, Ore 21:00
“Dozza Jazz”
“YOULOOK”
Luisa Cottifogli – voce, campionatore;
Aldo Mella – contrabbasso, basso elettrico; Gigi
Biolcati – percussioni
Youlook è un trio alquanto
fuori dagli schemi, nei cui concerti jazz d’autore e
brani originali si alternano alla rivisitazione
di vecchi successi del rock e del pop: le
canzoni assumono forme inaspettate grazie alla
libertà dell’improvvisazione e a un tocco da
‘sinfonia’ progressive.
Luisa Cottifogli fa un uso estremo della voce,
trasformandola in tromba o chitarra elettrica,
cambiandone camaleonticamente il colore grazie
all’elettronica. La Cottifogli ha in curriculum
esperienze nel campo dell’opera, la musica antica,
il jazz. Dal 2005 al 2009 è stata la voce dei
Quintorigo, coi quali ha vinto il premio Top Jazz
2008 (per Quintorigo
play Mingus).
Aldo Mella, che imbraccia un basso a sei corde
suonandolo come una chitarra post-rock, viene
dall’esperienza con gli Area 2 e dalle
collaborazioni con Dave Douglas, Stanley Jordan, Lee
Konitz, Steven Bernstein. Ha fatto parte anche delle
band di Fabio Concato e Rossana Casale, ma è
stato soprattutto il suo ruolo nel quartetto di
Franco D’Andrea (pluripremiato al Top Jazz) a
portarlo alla ribalta nell’ultimo decennio.
Gigi Biolcati è un percussionista a tutto
tondo, egualmente a suo agio in campo classico, pop,
jazz, etnico. Ha collaborato con Cristiano de
André, Aida Cooper, l’Alboran Trio, la Banda
Osiris.
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Giovedì 10 aprile
Fusignano (RA), Auditorium Arcangelo Corelli,
ore 21:00
STEFANO SAVINI
OTTETTO
“Musica Semplice”
Racconto
musicale per otto strumenti e voce narrante in 11
quadri
Gian Maria Matteucci – clarinetto; Stefano Martini –
violino;
Manuela Trombini – viola; Fabio Gaddoni –
violoncello;
Guido Facchini – pianoforte; Stefano Savini –
chitarra;
Stefano Ricci – contrabbasso; Daniele Sabatani –
percussioni, vibrafono
Franco Costantini: voce narrante
musiche e testi di
Stefano Savini
Musica
semplice (pubblicato su Cd dall’etichetta
Dodicilune) è un’opera completamente composta
da Stefano Savini, per un multiforme organico nel
quale confluiscono le esperienze sia classiche che
jazz dei suoi componenti. Il tutto prende l’aspetto
di una suite, un itinerario musicale in cui la
ricerca timbrica e la mutevole ricombinazione
dell’organico creano una sorta di percorso
descrittivo.
Ma dal vivo ‘Musica Semplice’ va oltre la dimensione
del normale concerto: la voce narrante che si
aggiunge all’ensemble strumentale, in questo caso
quella imponente del fine dicitore Franco
Costantini, fa emergere ancora più
chiaramente la componente semantica della musica,
trasformando la suite in un vero e proprio racconto
sonoro, che segue le vicende e i momenti della vita
di un uomo comune.
Diplomato in chitarra sia classica che jazz, Stefano
Savini ha studiato con Tomaso Lama, Roberto Spadoni
e Fabrizio Puglisi. La sua esperienza professionale,
principalmente classica, si è comunque aperta
anche a generi assai diversi (pop, blues, rock,
jazz). In quest’ambito è da ricordare la sua
collaborazione con Stefano Ricci (contrabbassista
dei Quintorigo), assieme al quale ha costituito il
gruppo NoPop.
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Sabato 12 aprile
Imola (BO), Teatro Ebe Stignani, ore 21:15
URI CAINE ENSEMBLE
plays Gershwin
“Rhapsody in Blue”
Uri Caine – pianoforte;
Theo Bleckmann – voce; Barbara Walker – voce;
Ralph Alessi – tromba; Chris Speed – sax tenore,
clarinetto;
Joyce Hammann – violino; Mark Helias – contrabbasso;
Jim Black – batteria
prima italiana
Uri Caine, nato a Filadelfia nel
1956, è jazzista tra i più
enciclopedici che sia dato ascoltare, nonché
uno degli artisti che hanno maggiormente ridefinito
il vocabolario della musica improvvisata, portandolo
a confronto con il polistilismo tipico delle
avventure estetiche postmoderne. Non per nulla, ogni
volta che se ne viene fuori con delle nuove musiche,
chiunque ne scriva non sa esimersi dal citare le sue
rielaborazioni delle pagine sinfoniche mahleriane,
tanto hanno segnato il corso della musica creativa
dal loro primo apparire, sul finire degli anni
Novanta.
Ora, dopo le rivisitazioni di Mahler, Wagner, Bach,
Mozart, Beethoven, Schubert e Schumann, ma anche
tanto jazz sia mainstream
che modernista, eccolo alle prese con le musiche di
Gershwin, che già di loro non si sa dove
infilarle: troppo ritmiche e ‘plebee’ per essere
classiche, troppo ben orchestrate per essere jazz.
Per Caine è come un invito a nozze per quella
sua abitudine a trarre fuori dal cilindro, pardon,
il pianoforte, spunti jazz d’ogni risma (free, boogie, stride, blues)
coi quali contaminare le pagine con cui si cimenta.
La Rapsodia in
Blu secondo Caine è stata creata per
il concerto tenuto dal pianista a Colonia in
occasione del capodanno 2012. Eseguito alcune altre
volte in area germanica e affidato anche al disco
(per la Winter & Winter), il progetto
gershwiniano fino a oggi non era mai stato eseguito
in Italia. Il concerto di Imola sarà dunque
la sua prima nazionale. In questa occasione, poi,
Caine sarà affiancato da un ensemble che
è un po’ il paese delle meraviglie
uricainiane: una chiamata a raccolta dei solisti
più prestigiosi che nel corso dei decenni
hanno frequentato i gruppi del pianista di
Filadelfia.
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Domenica 13 aprile
Lugo (RA), Teatro Rossini, ore 21:00
“Lugo Opera
Festival”
DANILO REA &
FLAVIO BOLTRO
“Opera”
Danilo Rea – pianoforte; Flavio Boltro –
tromba
Il numero dei jazzisti italiani
che si rivolgono al repertorio dell’opera lirica per
prelevarne qualche pezzo forte o per sviluppare
progetti di maggior respiro è in continuo
ampliamento: Enrico Rava, Antonello Salis con Furio
Di Castri, Gianluigi Trovesi, Max De Aloe, Riccardo
Arrighini...
In questo elenco, una posizione di primissimo piano
spetta all’omaggio al belcanto proposto dal duo che
affianca glorie del jazz nazionale come Danilo Rea e
Flavio Boltro. Nel 2010, quando registrarono l’album
At Schloss Elmau.
Opera per la ACT, Rea non era nuovo a esperienze del
genere: uno dei picchi della carriera del pianista
è infatti Lirico (Egea, 2004), che già
lo aveva visto alle prese con celebri arie
operistiche.
Il repertorio scelto da Rea e Boltro (brani sia
strumentali che canori di Monteverdi, Puccini,
Rossini, Cilea, Giordani, Bellini) è di una
tale bellezza che ai due non rimane che lasciarsi
trasportare dal flusso melodico, che naturalmente
assume ora una nuova carica espressiva grazie alla
versificazione jazzistica. Riarmonizzando e
rinnovando il ritmo, nonché inserendo le loro
personali sortite improvvisative, Rea e Boltro
trovano nel repertorio lirico una miniera di spunti
per mettere in risalto la loro grande
sensibilità di interpreti.
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Giovedì 17 aprile
Modena, La Tenda, ore 21:30
MELISSA ALDANA
CRASH TRIO
Melissa Aldana – sax tenore; Pablo Menares –
contrabbasso; Francisco Mela – batteria, voce
Melissa Aldana, nata in Cile nel
1988, inizia a studiare musica sotto l’influsso del
padre, musicista assai noto in patria. L’incontro
con Danilo Perez, nel 2006, ebbe conseguenze assai
proficue per la giovanissima musicista: il celebre
pianista le procurò un’audizione al Berklee
College of Music, dalla quale Melissa se ne
uscì con una borsa di studio. La sassofonista
cilena si fece notare già durante gli anni di
studio a Boston, grazie a una collaborazione con
Greg Osby. Oggi Melissa vive a New York e appartiene
già alla scena jazz che conta: ha condiviso
il palco con musicisti come Benny Golson, George
Garzone, George Coleman, Francisco Mela, Antonio
Sanchez. A ulteriore conferma del suo particolare
talento, nel 2013 è arrivata la sua vittoria
alla Thelonious Monk Competition: Melissa è
la prima sassofonista donna a raggiungere questo
traguardo.
Grazie alle sue sorprendenti prove musicali, la
Aldana è già un modello per le nuove
generazioni che si stanno formando in quella
palestra di musica che è New York. Nel suo
stile esecutivo come nelle sue composizioni pare non
esserci frattura tra la grande tradizione
sassofonistica e la contemporaneità. Se ne
hanno abbondanti prove nei due dischi registrati per
l’etichetta Inner Circle di Greg Osby: Free Fall
(2010) e Second
Cycle (2012).
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Giovedì 24 aprile
Russi (RA), Teatro Comunale, ore 21:00
FABRIZIO BOSSO
& JAVIER GIROTTO LATIN MOOD
Fabrizio Bosso – tromba; Javier Girotto – sax
soprano, sax baritono;
Natalio Mangalavite – pianoforte, tastiere, voce;
Luca Bulgarelli – basso elettrico;
Lorenzo Tucci – batteria; Bruno Marcozzi –
percussioni
Fabrizio Bosso
artist in residence
Tango, milonga, chacarera,
candombe e… jazz, in proporzione variabile. Doppia
è la leadership come anche l’anima musicale
dei Latin Mood: da una parte Fabrizio Bosso chiama a
raccolta i talenti più rappresentativi del
jazz italiano, dall’altra Javier Girotto imprime il
bollino DOC della musica argentina, portando con
sé uno specialista del genere come il
connazionale Natalio Mangalavite.
Tra beat
latino-americani e iniezioni di movenze
afro-americane, il Latin Mood è uno sviluppo
e ampliamento del Latin Quintet creato da Bosso e
Girotto nel 2006. La band è giunta al secondo
lavoro discografico, Vamos (Schema, 2012), che come il
precedente Sol! mette in luce un dinamismo
incontenibile ma anche assolo di struggente
bellezza. Non manca quel senso di divertissement
tipico della musica sudamericana, nella quale alta
espressione artistica e svago popolare non sono mai
disgiunti. Le performance dal vivo dei Latin Mood
sono contagiose dalla prima all’ultima nota proprio
per la loro costante capacità di rinnovarsi,
passando dal ballabile al tribale, dalle suggestioni
struggenti alle riscosse battagliere.
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Mercoledì 30 aprile
Russi (RA), Teatro Comunale, ore 21:00
FRANCESCO BEARZATTI
TINISSIMA QUARTET
“Monk’n’roll”
Francesco Bearzatti – sax tenore, clarinetto;
Giovanni Falzone – tromba;
Danilo Gallo – basso acustico, contrabbasso; Zeno de
Rossi – batteria
in occasione della
Giornata Internazionale UNESCO del Jazz
Dopo un paio di dischi di grande
impegno sia musicale che culturale che gli sono
valsi i più alti riconoscimenti della critica
(X – Suite for
Malcolm, del 2010, e Suite for Tina Modotti,
del 2008), con il suo più recente lavoro Monk’n’roll
(2013, CAM Jazz) Francesco Bearzatti sembra
rispolverare i tempi scapigliati, le sonorità
dirompenti, gli arrangiamenti da attacco
all’arrembaggio di alcune sue opere precedenti come
Virus e Stolen Days.
La carriera di Francesco Bearzatti (1966, originario
di Pordenone) si svolge ormai su una dimensione
internazionale. Nella sua musica risuonano oggi le
eterogenee componenti della sua formazione: gli
studi classici, il metal, la musica da ballo
popolare e moderna. Nel farsi jazzista, Bearzatti
non ha dimenticato nulla delle sue origini come
musicista: quel che si ascolta in Monk’n’roll
potrebbe benissimo essere la sua… madeleine al
vetriolo. Uno dei più fondamentali lasciti
compositivi del jazz, quello ‘griffato’ Thelonious
Monk, viene eseguito con l’energia di un
turbocompressore alimentato a musica rock, con
tracce evidenti di Led Zeppelin, Pink Floyd, Lou
Reed...
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Giovedì 1 maggio
Forlì (FC), Teatro Diego Fabbri, ore
21:00
“Trilogy”
QUINTORIGO &
ITALIAN JAZZ ORCHESTRA
+ special guest
ROBERTO GATTO
Direttore FABIO PETRETTI
Musiche di Frank
Zappa, Charles Mingus, Jimi Hendrix
Arrangiamenti:
Stefano Ricci, Massimo Morganti, Fabio Petretti
QUINTORIGO: Valentino Bianchi – sax tenore; Andrea
Costa – violino; Gionata Costa – violoncello;
Stefano Ricci – contrabbasso; Moris Pradella – voce.
ITALIAN JAZZ ORCHESTRA: Achille
Succi – sax alto, clarinetto basso; Dario
Cecchini – sax baritono, flauto; Daniele
Giardina – tromba; Giovanni Hoffer –
corno; Massimo Morganti – trombone,
euphonium; Rosario Liberti – trombone
basso; Michele Francesconi – pianoforte,
marimba; Daniele Rosi – basso el.,
contrabbasso. ARCHI. Violini:
Paolo Chiavacci, Anna Astori, Igor
Buscherini, Riccardo Biguzzi, Fabio Lapi,
Katia Mattioli, Gioele Sindona, Klest
Kripa. Viole:
Jessica Orlandi, Michela Zanotti.
Violoncelli: Fabio Gaddoni,
Sebastiano Severi.
+ special guest: Roberto Gatto – batteria
Direttore: Fabio Petretti
produzione
originale Crossroads - Associazione Maderna
Le musiche di tre immensi
musicisti, strumentisti eccelsi e soprattutto autori
visionari che hanno infranto le consuetudini dei
rispettivi generi, dal jazz al rock, sono al centro
di questa produzione originale. A dare nuova vita
alle pagine di Frank Zappa, Charles Mingus e Jimi
Hendrix saranno i Quintorigo: quartetto sui generis,
incrocio di archi e sax ad elevato tasso
d’elettrificazione. L’approccio ‘scapigliato’ dei
Quintorigo, che in anni recenti hanno già
affondato i loro archetti nel repertorio di Mingus
ed Hendrix con spettacoli monografici di grande
effetto, è tale da conservare, pur con nuove
sembianze, lo spirito iconoclasta di questo
repertorio. Sciabolate sonore, strumenti spinti
oltre il loro limite, affondi solistici e trame
contrappuntistiche da cardiopalma: tutto ciò,
per questa speciale occasione, elevato da una
dimensione cameristica a una orchestrale grazie
all’intervento dell’Italian Jazz Orchestra diretta
da Fabio Petretti.
L’Italian Jazz Orchestra si è costituita nel
2011 e da allora ha dato vita a importanti
collaborazioni con Fabrizio Bosso, Enrico Pieranunzi
e Cristina Zavalloni. L’incontro tra i Quintorigo e
l’orchestra, con la sua propensione per la musica
Third Stream e il suo organico di archi, ance,
ottoni e ritmica, avviene sul comune territorio
dell’ibridazione dei generi musicali.
Non ultimo, a dare impulso a questo speciale
concerto, sarà il drumming incalzante del più
poderoso batterista jazz italiano: Roberto Gatto.
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Venerdì 2 maggio
Imola (BO), Teatro dell’Osservanza, ore 21:15
FABRIZIO BOSSO
SPIRITUAL TRIO
“Purple”
Fabrizio Bosso – tromba;
Alberto Marsico – organo Hammond; Alessandro Minetto
– batteria
Fabrizio Bosso
artist in residence
Fabrizio Bosso ha creato lo
Spiritual Trio per eseguire un repertorio musicale
di grande appeal,
come evidenziato dalla scaletta di Spiritual
(2011), il disco di esordio della band, comunque
già attiva dal 2008. Sonorità
eccitanti pronte a catturare i sensi e a rapire
l’anima, ritmi carichi di esaltazione divina: questo
trio tutto piemontese guidato dall’incontenibile
talento trombettistico di Bosso pesca a piene mani
nel repertorio gospel e spiritual, servendolo con
una saporita aggiunta di swing e rinvigorendolo con
iniezioni di hard bop. Gli estremi opposti della Black American Music,
la musica per il Signore e la musica per l’Uomo,
gospel e jazz, chiamati a una insolita e mistica
unione.
Ora è tempo per il trio di muoversi su
dimensioni altrettanto accattivanti ma più
mature. Ed ecco dunque Purple, il secondo disco del
gruppo: una nuova esplorazione della musica nera di
vocazione religiosa, con scelte di repertorio sia
tradizionali che moderne. Inni spirituali sotto
l’aspetto di canti dall’incredibile
sensualità terrena, invocazioni al Signore
fatte a tutto volume, musica che arriva a possedere
esecutori e ascoltatori col suo vortice
ascensionale: a Bosso & C. nulla sfugge del
variopinto e palpitante mondo dello spiritual.
Sabato 3 maggio
Ravenna, Teatro Alighieri, ore 21:00
“Ravenna Jazz”
TRILOK GURTU BAND
& special guest ENRICO RAVA
Spellbound
- World of Trumpets
Trilok Gurtu – percussioni, voce; Enrico Rava –
tromba;
Jonathan Ihlenfeld Cuñado – basso; Tulug
Tirpan – pianoforte, tastiere; Frederik Köster
– tromba
produzione
originale
A Trilok Gurtu bastano le tabla
per portarvi in giro per il mondo con il suo
vorticare di ritmi. Se poi gli concedete un intero
set di percussioni, allora vi farà allibire
con il suo travolgente virtuosismo.
Nato a Bombay nel 1951, Gurtu ha sviluppato la
più incredibile tecnica percussiva e l’ha poi
condivisa con artisti di ogni provenienza geografica
ed estrazione stilistica. Il suo esuberante
colorismo ritmico è un punto di incontro tra
cultura orientale e occidentale: la world music pare
l’habitat più naturale per il percussionista,
che comunque non si tira indietro davanti al jazz,
il rock, il pop. Fu John McLaughlin a metterne per
primo in risalto il talento. Poi, arrivarono
innumerevoli altri artisti desiderosi di incrociare
i propri assolo coi beat poliritmici di Gurtu: Don
Cherry, Jan Garbarek, Joe Zawinul, Pat Metheny,
Ralph Towner, Andy Summers dei Police, Larry
Coryell, Gilberto Gil… Gurtu vanta anche diverse
collaborazioni con celebri cantanti italiani: Ivano
Fossati, Marina Rei e, recentemente, Adriano
Celentano.
Ora alla lista di prestigiose collaborazioni di
Gurtu si aggiunge il nome di Enrico Rava, invitato
come special
guest in uno dei progetti jazzisticamente
più elettrizzanti ideati dal percussionista
indiano. ‘Spellbound’ è un verace omaggio ai
trombettisti da lui più amati: Dizzy
Gillespie, Miles Davis e soprattutto il suo mentore
Don Cherry, che tra l’altro crea uno speciale trait d’union
tra le biografie artistiche di Rava e Gurtu.
Entrambi, all’inizio della loro carriera, hanno
infatti incrociato i loro strumenti con la pocket trumpet
di Cherry.
Domenica 4 maggio
Ravenna, Teatro Alighieri, ore 21:00
“Ravenna Jazz”
AL DI MEOLA
Plays
Beatles and more
Al Di Meola – chitarra; Mario Parmisano –
pianoforte;
Peter Kaszas – batteria; Tina Guo – violoncello
Al Di Meola (nato nel 1964 a
Jersey City) ha saputo trasportare la leggenda della
sua chitarra dagli anni Settanta sino a oggi,
interpretando in vari contesti il ruolo a lui
congeniale di virtuoso: dagli elettrizzanti esordi
jazz-rock con i Return To Forever di Chick Corea
alla fusion jazz-latina. Celeberrime sono le sue
collaborazioni con Jean-Luc Ponty, Wayne Shorter,
Herbie Hancock, Jaco Pastorius, Carlos Santana, Tony
Williams, Stanley Clarke, Luciano Pavarotti, Paul
Simon, Phil Collins, Steve Vai, Frank Zappa, Jimmy
Page, Stevie Wonder, oltre all’indimenticabile trio
chitarristico con John McLaughlin e Paco de
Lucía. Un olimpo di collaborazioni che
è difficile commentare, tanto è
altisonante.
I suoi dischi hanno indelebilmente segnato una delle
stagioni più entusiasmanti e popolari del
jazz moderno: Land
of the Midnight Sun (1976), Elegant Gipsy
(1977), Casino
(1978), Splendido
Hotel (1980), Friday Night in San Francisco
(1980). Dopo aver realizzato oltre venti album,
vinto tre dischi d’oro e venduto sei milioni di
copie, Al Di Meola continua a stupire con la sua
chitarra, alternandosi tra fusion, situazioni
strettamente jazzistiche (come il recente duo con
Gonzalo Rubalcaba) e progetti crossover di grande
richiamo, come appunto quello che presenterà
a Ravenna. L’omaggio ai Beatles, con alcuni brani
originali del chitarrista ma soprattutto con molte
cover dei Fab Four, documentato sul disco All Your Life,
è per Al Di Meola una specie di ritorno alle
origini, alla musica che nella sua gioventù
lo spinse a intraprendere la carriera che lo ha reso
una star planetaria.
Lunedì 5 maggio
Ravenna, Piazza del Popolo, ore 21
“Ravenna Jazz”
“Pazzi di Jazz”
Young Project
ORCHESTRA DEI
GIOVANI, ORCHESTRA DI PERCUSSIONI & CORO SWING
KIDS
200 giovanissimi diretti da TOMMASO VITTORINI &
AMBROGIO SPARAGNA
special guests PAOLO
FRESU & AMBROGIO SPARAGNA
“Night & Day
Evening”
Omaggio
a Cole Porter nel 50° anniversario della
scomparsa
Serata finale del
progetto “Pazzi di Jazz” dedicata a Carlo Bubani
Con il patrocinio di:
Comune di Ravenna
- Ravenna 2019
Consolato Generale
degli Stati Uniti d’America - Firenze
Ufficio Scolastico
Regionale per l’Emilia-Romagna - MIUR
ingresso libero
produzione
originale
Quello che andrà in scena
in Piazza del Popolo è lo spettacolare
coronamento finale di un lungo percorso formativo:
“Pazzi di Jazz” è infatti un progetto che a
partire da gennaio coinvolge ben otto scuole
ravennati (tra elementari, medie e superiori) con
attività destinate ad avvicinare le giovani
generazioni all’affascinante mondo del jazz. Tre
personaggi di grande spessore musicale e ampia
notorietà si sono resi disponibili a seguire
le numerose tappe di questo percorso formativo e
daranno man forte anche in occasione del
mastodontico concerto finale, che vedrà
impegnati duecento giovanissimi musicisti, tra
orchestra, percussioni e coro.
Tommaso Vittorini, celebre compositore e direttore
d’orchestra, ha arrangiato standard del songbook
americano per eseguirli con gli studenti (assistente
Franco Emaldi), seguendo personalmente il percorso
delle prove. Uno dei brani arrangiati, il
celeberrimo Night
and Day di Cole Porter, è il filo
conduttore dei vari laboratori, in omaggio a
Ravenna, il cui mausoleo di Galla Placidia col suo
cielo stellato pare essere stata la fonte di
ispirazione della canzone, e in occasione del
cinquantesimo anniversario della scomparsa del
compositore americano.
Paolo Fresu, jazzista tra i più noti e amati,
porta ai ragazzi la sua testimonianza, raccontandosi
con parole e tromba in numerosi incontri, oltre a
partecipare come solista alla serata finale.
Ambrogio Sparagna, etnomusicologo, polistrumentista
e in particolare superbo organettista, si dedica
alla direzione del coro (affiancato da Catia Gori) e
al laboratorio di percussioni (supportato da Loretta
Pompignoli), oltre a familiarizzare gli studenti
alle radici etniche di cui il jazz si è
sempre nutrito.
La serata è dedicata al compianto amico Carlo
Bubani, fondatore nel lontano 1974 del festival
“Ravenna Jazz”.
Martedì 6 maggio
Lido Adriano (RA), Cisim, ore 21:30
“Ravenna 41°
Jazz Club”
RAIZ & FAUSTO
MESOLELLA
“Dago Red”
Raiz – voce; Fausto Mesolella – chitarra
Due musicisti eclettici come Raiz
(Almamegretta) e Fausto Mesolella (Avion Travel)
salgono sul palco per proporre, nell’intima formula
con solo voce e chitarra, un repertorio di canzoni
che i due musicisti campani amano da sempre:
dai Rolling Stones ai Bee Gees, da Mario Merola a
Battisti, e poi gli Who, i Pink Floyd, Bob Marley,
Patty Pravo... Una girandola dagli accostamenti
anche imprevedibili, in cui i confini stilistici
sembrano esistere solo per essere scavalcati:
è evidente che i due musicisti pensano a
divertirsi trascinando con sé il pubblico in
una sorta di ‘passatempo’ d’autore. Entrambi sono
apparsi nel film Passione
di John Turturro e quindi non sorprenderà se
dovessero eseguire anche alcuni dei classici della
canzone napoletana presenti nel film.
Raiz (al secolo Gennaro Della Volpe, nato a Napoli
nel 1967) è celebre come voce degli
Almamegretta sin dalle origini del gruppo,
all’inizio degli anni Novanta. Lasciata la band che
gli ha dato fama, Raiz ha dato il via alla sua
carriera da solista, oltre a collaborazioni con Pino
Daniele, Stewart Copeland, Bill Laswell, Asian Dub
Foundation, Roy Paci, Teresa De Sio, Rita
Marcotulli... Nel 2013 è tornato stabilmente
con gli Almamegretta, partecipando anche al Festival
di Sanremo.
Fausto Mesolella, nato a Caserta nel 1953, è
dal 1986 il chitarrista della Piccola Orchestra
Avion Travel. La sua musica va però ben oltre
questo popolare gruppo: ha collaborato infatti anche
con Nada, Andrea Bocelli, Gianmaria Testa, Gianna
Nannini, Paolo Conte, Samuele Bersani... Con il fido
Peppe Servillo e jazzisti come Danilo Rea, Javier
Girotto, Furio Di Castri, Gianluca Petrella ha dato
vita a notevoli spettacoli dedicati alle musiche di
Domenico Modugno.
Mercoledì 7 maggio
Ravenna, Mama’s Club, ore 21:30
“Ravenna 41°
Jazz Club”
LUCA AQUINO &
CARMINE IOANNA
“aQustico”
Luca Aquino – tromba, flicorno; Carmine Ioanna –
fisarmonica
‘aQustico’ è melodia
mediterranea, spunti balcanici, progressive e
jazz in varie declinazioni (free, nordico...). Le composizioni
originali di questo progetto hanno già
trovato la via del disco (nel 2013, grazie
all’etichetta Tuk di Paolo Fresu): ora, passando
dallo studio al concerto, Aquino e Ioanna rinunciano
all’accompagnamento di altri strumenti (il disco era
in quintetto) per offrirsi nella icastica formula
del duo, che esalta la dimensione romantica e
sognante delle loro pagine musicali, nonché
il dialogo tra gli strumenti.
Luca Aquino, nato nel 1974 a Benevento, inizia a
suonare la tromba all’età di vent’anni. La
lascia per passare al sax, poi la riprende e quindi
l’abbandona nuovamente per terminare gli studi
universitari. Solo alla fine di questi, sente che la
musica è la sua strada e impugna
definitivamente lo strumento d’ottone. Non ha avuto
maestri se non Paolo Fresu nei seminari di Benevento
e Nuoro e quindi possiamo considerarlo quasi
completamente un autodidatta. Nella sua musica
assumono grande rilievo espressivo il silenzio e
l’elettronica, oltre a un timbro personale. Il suo
esordio discografico risale al 2008 (Sopra le nuvole,
Emarcy), poi arrivano Lunaria (2009) e il premio Top
Jazz come miglior nuovo talento del jazz italiano.
In tempi recenti Luca Aquino ha riscosso ampi
consensi per il suo progetto “Icaro Solo”, oltre che
per la sua fortunata partecipazione al gruppo di
Manu Katché. Le sue collaborazioni spaziano
dal jazz all’hip hop, dal grunge alla musica
d’autore, dal metal al pop e le colonne sonore.
Carmine Ioanna, nato ad Avellino nel 1985, si forma
sia come pianista che come fisarmonicista seguendo
gli studi classici. Il jazz è comunque da
sempre parte dei suoi interessi. Ha suonato,
mettendo in mostra esaltanti doti virtuosistiche,
con Greg Burk, Maurizio Rolli, Ettore Fioravanti...
foto
Giovedì 8 maggio
Piangipane (RA), Teatro Socjale, ore 21:30
“Ravenna
41° Jazz Club”
VINCENT PEIRANI
& ULF WAKENIUS
“Vagabondi”
Vincent Peirani – fisarmonica; Ulf Wakenius –
chitarra
È un duo di
recentissima formazione quello che affianca Ulf
Wakenius e Vincent Peirani, ma i due hanno
già un grande affiatamento reciproco: in
trio (assieme a Lars Danielsson) e in quartetto
(nel gruppo della cantante coreana Youn Sun
Nah).
Ulf Wakenius, nato in Svezia nel 1958, ha
occupato per ben dieci anni, tra il 1997 e il
2007, una delle posizioni di maggior prestigio
nella scena jazzistica mondiale: quella di
chitarrista nel quartetto di Oscar Peterson. Un
risultato che ha coronato una intensa e
meritevole carriera: dalle collaborazioni con
Niels-Henning Ørsted Pedersen a partire
dagli anni Ottanta, a quelle con Pat Metheny,
Herbie Hancock, Michael Brecker, Jack
DeJohnette, Joe Henderson. Nel corso degli anni
ha pubblicato numerosi dischi con l’etichetta
ACT, che gli ha addirittura dedicato una Ulf Wakenius
Signature Edition (con ospiti come
DeJohnette, Randy Brecker, Bill Evans, Nils
Landgren, Till Brönner e Youn Sun Nah).
Vincent Peirani pare muoversi sulle orme del suo
celebre connazionale Richard Galliano. Dopo una
formazione classica (anche come clarinettista),
ha ampliato i suoi orizzonti musicali alla
chanson, la world music, il jazz. Oltre che come
leader dei propri gruppi, Peirani si è
fatto notare nelle formazioni di Michel Portal e
Daniel Humair. Nel 2013 Peirani ha vinto il
Premio Django Reinhardt come miglior musicista
francese.
Venerdì 9 maggio
Ravenna, Mama’s Club, ore 21:30
“Ravenna
41° Jazz Club”
LUIGI
TESSAROLLO & ROBERTO TAUFIC STRINGSGAME
DUO
“Painting with
Strings”
Luigi Tessarollo – chitarra classica; Roberto
Taufic – chitarra classica
Con Painting with Strings,
recentemente apparso su Cd, il duo formato da
Luigi Tessarollo e Roberto Taufic si è
guadagnato il plauso di un collega chitarrista
di fama mondiale, John Abercrombie, che ha
magnificato il loro interplay e la bellezza del
materiale melodico. Attiva già da diversi
anni (il debutto discografico risale al 2006)
questa formazione rinnova ora il repertorio,
accogliendo nella propria musica colorazioni
jazz e latino-mediterranee.
Luigi Tessarollo ha dato prova della sua
maestria strumentale al fianco di George
Garzone, Adam Nussbaum, Stefano Bollani,
Maurizio Giammarco, Rachel Gould. Tessarollo
è anche compositore particolarmente
ispirato, oltre che stilista eclettico (ha fatto
parte delle orchestre televisive RAI ed è
stato anche accompagnatore per Gloria Gaynor).
Roberto Taufic, nato in Honduras nel 1966, con
origini in parte arabe, è cresciuto in
Brasile dall’età di sei anni. Là
ha iniziato lo studio della chitarra,
dedicandosi alla musica popolare brasiliana.
Dopo numerose esperienze in terra carioca,
Taufic si trasferisce in Italia nel 1990. Qui si
inserisce presto nella migliore scena musicale a
cavallo tra jazz e musica brasiliana: suona con
Barbara Casini, Guinga, Gabriele Mirabassi,
Maria Pia De Vito, Fabrizio Bosso, Rosario
Bonaccorso, Gianmaria Testa, Marco Tamburini,
Flavio Boltro, Gianni Coscia, Patrizia
Laquidara, Miroslav Vitous.
Sabato 10 maggio
Ravenna, Teatro Alighieri, ore 21:00
“Ravenna Jazz”
STEFANO BOLLANI
& ANTONELLO SALIS DUO
Stefano Bollani – pianoforte; Antonello Salis –
fisarmonica, tastiere
Non è la prima volta
che Stefano Bollani e Antonello Salis si
fronteggiano in duo, ma la loro combinazione in
versione tête-à-tête
è comunque cosa piuttosto rara, mentre
assai più di frequente hanno collaborato
in contesti più ampi, come nella
bollaniana Orchestra del Titanic, dalla lunga e
fortunata attività. Dall’incontro di
questi due istrionici musicisti c’è da
aspettarsi una pirotecnica girandola di incastri
ritmici, di idee lanciate e poi rincorse. Con
Salis e Bollani, una visione jazzistica in
Cinemascope capace di abbracciare tutti gli
stili dalla tradizione alla sperimentazione si
tinge di colori mediterranei e di un lirismo
tipicamente italiano.
La carriera di Bollani ha imboccato così
tante strade, e sempre con lo stesso plateale
successo, da non essere più riassumibile
nei tipici “cenni biografici”: dischi di
successo intercontinentale, concerti sold out
capaci di attrarre un pubblico eterogeneo,
programmi radiofonici e televisivi di culto,
attività letterarie alte (è anche
romanziere) e popolari (è stato
trasformato in un personaggio dei fumetti di
Topolino...). Un successo incontrastato che vive
su una ricetta dai molteplici ingredienti: una
tecnica pianistica di abbagliante virtuosismo,
amore per il jazz non meno che per la canzone
italiana e la musica brasiliana, senza
dimenticare la musica classica, il tutto
sormontato dalla sua ormai celeberrima vis
comica.
Antonello Salis è a sua volta dotato di
una personalità musicale così
marcata da non lasciarsi certo mettere in ombra
dalla presenza di Bollani: con entrambi i suoi
strumenti d’elezione, la fisarmonica e il
pianoforte, ha stabilito un rapporto di estrema
fisicità dal quale scaturisce una musica
dall’intensità primordiale, in una sorta
di revisione radical-mediterranea
dell’improvvisazione jazzistica.
Sabato 10 maggio: ore 15-18
Domenica 11 maggio: ore 11-14
Lido Adriano (RA), Cisim
“Ravenna Jazz”
“Mister Jazz”
WORKSHOP di
beatbox
con NAPOLEON
MADDOX
“From BeBop to
Hip-hop”
Domenica
11 maggio
Lido Adriano (RA), Cisim, ore 21:30
“Ravenna
41° Jazz Club”
NAPOLEON MADDOX
“ISWHAT?!”
Napoleon Maddox – beatbox, voce;
Erik Sevret – sax tenore; Dave Kane –
contrabbasso; Hamid Drake – batteria
Gli IsWhat?! di Napoleon Maddox
sono roba che scotta. La black music
moderna si fa qui portatrice di un messaggio
ecumenico tra gli stili più emozionanti e
ritmicamente dinamici: rock, soul, free jazz.
Ma questi sono solo il contorno, perché
il piatto forte di Maddox è il genere
storicamente associato al beatboxing: l’hip hop,
la musica della cultura nera di strada,
incarnazione moderna del rap e la break dance.
Maddox ha dato vita agli IsWhat?! nel 1996, a
Cincinnati. Da allora i membri della band, a
parte il leader, si sono completamente
rinnovati, ma il messaggio musicale non ha
minimamente perso smalto. Anzi, i virtuosismi
ritmico-vocali di Maddox lo hanno spinto sempre
più in prossimità di un’orbita
jazzistica. Tant’è che un batterista di
culto della scena jazz più modernista
come Hamid Drake, a lungo collaboratore della
band, ne è ora membro stabile, mentre
Maddox riceve a sua volta inviti a unirsi a
gruppi jazz particolarmente adatti ad accogliere
le sue acrobazie canore. Ne è esempio la
sua partecipazione alla band di Archie Shepp.
Lunedì 12 maggio
Piangipane (RA), Teatro Socjale, ore 21:30
“Ravenna
41° Jazz Club”
CBS
RAFFAELE
CASARANO - MARCO BARDOSCIA - BORIS SAVOLDELLI
“The Great Jazz
Gig in the Sky”
A trialogue based upon the music of
Pink Floyd’s
The Dark Side of the Moon
Raffaele Casarano – sax; Marco Bardoscia –
basso; Boris Savoldelli – voce
Fare dei Pink Floyd, e in
particolare del loro epocale The Dark Side of
the Moon, la base di partenza per
l’improvvisazione jazzistica non è
un’idea peregrina: ci ha già pensato
anche un pianista di grande interesse come Sam
Yahel.
Ma la rilettura (non un semplice tributo)
firmata dal trio CBS, ovvero Raffaele Casarano,
Marco Bardoscia e Boris Savoldelli, promette di
suonare ancor più lunare,
grazie alle propensioni personali di questi
musicisti e alla strumentazione anomala del loro
trio. Nelle mani di questi interessanti
esponenti della nuova generazione del jazz
italiano, la musica visionaria, eccitante,
misteriosa, ‘cosmonautica’ dei Pink Floyd viene
catapultata verso nuove dimensioni. Qui la
portata evocativa dei suoni acustici della voce
umana, del sax e del basso è amplificata
grazie all’intervento dell’elettronica. Ne
scaturisce un jazz assai moderno, che viaggia
verso confini inaspettati, contaminato dal
linguaggio del rock post-psichedelico e
dell’elettro-acustica.
Martedì 13 maggio
Ravenna, Teatro Alighieri, ore 21:00
“Ravenna Jazz”
PAOLO FRESU,
URI CAINE, PMJO
“Reflections on
Sketches of Spain”
Partitura originale & libere
incursioni
Paolo Fresu – tromba; Uri Caine – pianoforte;
PMJO Parco della Musica Jazz Orchestra:
Mario Corvini – direzione
Elvio Ghigliordini – sax baritono; Daniele
Tittarelli, Gianni Oddi – sax contralto;
Marco Conti, Gianni Savelli – sax tenore;
Luca Giustozzi, Roberto Pecorelli, Massimo
Pirone – tromboni;
Giancarlo Ciminelli, Fernando Brusco, Claudio
Corvini, Aldo Bassi – trombe;
Luca Pirozzi – contrabbasso; Pietro Iodice
– batteria;
Simone Graziani, Remo Izzi – corno francese;
Eliseo Smordoni – fagotto
“Reflections on Sketches of
Spain” arricchisce di una nuova tappa il
percorso intrapreso negli ultimi anni da
“Ravenna Jazz” assieme a Paolo Fresu, con le
riletture filologiche delle opere di Miles
Davis: “Birth of the Cool” (eseguito da Fresu in
nonetto nel 2009) e “Porgy and Bess” (andato in
scena nel 2011, con l’Orchestra Jazz della
Sardegna). Per questo nuovo capitolo, Fresu
sarà affiancato da un suo storico
partner, l’altrettanto famoso pianista
statunitense Uri Caine, mentre l’orchestra
questa volta sarà la PMJO Parco della
Musica Jazz Orchestra, con i suoi diciassette
elementi diretti da Mario Corvini.
Fresu torna quindi a misurarsi con Miles Davis
in una esecuzione
rispettosa-alla-lettera-ma-non-troppo (qualche
personalizzazione negli assolo è comunque
concessa per non perdere contatto con il vero
spirito jazzistico) e questa volta tocca a un
altro capolavoro della storia del jazz, nato
dalla collaborazione tra il trombettista e
l’arrangiatore, pianista e direttore d’orchestra
Gil Evans. Il disco originale (Columbia, 1960)
era così smaccatamente bello nel suo
percorso tra musiche popolari e colte spagnole,
illuminate a luce radente dalla scrittura
orchestrale di Evans, che finì per
tirarsi addosso le ire di certa critica
intransigente verso tutto quanto profuma di
bello e di successo annunciato. Naturalmente la
storia ha dato poi ragione a Davis e al suo
lirismo al calor bianco, riammettendo il disco
nell’olimpo dei migliori esiti jazzistici del
secolo passato.
Il concerto segue quasi fedelmente la scaletta
di Sketches
of Spain, compreso quel vertice
emozionale che è la rielaborazione del
secondo movimento del Concierto de Aranjuez di
Joaquín Rodrigo, aggiungendo ai brani
interludi e ‘riflessioni’ ad opera sia dei due
solisti che dell’orchestra. Per integrare la
durata dell’album originale, non certo
paragonabile a quella che ci si attende da un
concerto, Fresu e Caine hanno ripescato anche
qualche altro brano davisiano, cercando di
conservare il tema latineggiante.
Mercoledì 14 maggio
Correggio (RE), Teatro Asioli, ore 21:00
“Correggio
Jazz”
VALENTINA PREDA
QUARTET
Valentina Preda – voce; Angelo Epifani –
pianoforte;
Stefano Mazzanti – chitarra acustica; Felice Del
Gaudio – contrabbasso
tra i
vincitori del Concorso “La musica Libera.
Libera la musica”, V Edizione
organizzato
dalla Regione Emilia-Romagna
FEDERICO
CASAGRANDE
The Ancient Battle of the Invisible
Federico Casagrande – chitarra; Gabriele
Evangelista – contrabbasso;
Alessandro Paternesi – batteria
Dopo le prime esperienze in
band rock, reggae, pop, blues, e parallelamente
a lunghi studi classici in conservatorio,
Federico Casagrande avvia la sua formazione
jazzistica con Tomaso Lama e Sandro Gibellini.
Nel 2001 si distingue talmente ai seminari di
Umbria Jazz da essere invitato a suonare
nell’edizione invernale del festival. Ottiene
poi una borsa di studio per il Berklee College
of Music di Boston: nel 2003 parte per gli Stati
Uniti e da allora Casagrande non ha più
abbandonato l’impostazione internazionale della
sua attività di musicista, tant’è
che oggi risiede a Parigi.
Nel 2007, fresco di diploma summa cum
laude al Berklee, si aggiudica il primo
premio alla Gibson Montreux Jazz Festival Guitar
Competition: a presiedere la giuria c’è
George Benson. Da allora Casagrande ha girato il
mondo, evidenziando una capacità di
portare a una comune sintesi il mainstream
e il free,
il suono acustico e quello elettrico, senza
trascurare l’interazione con forme artistiche
come la danza e anche la scultura.
Lucidità compositiva e capacità di
aprire sipari onirici tramite l’improvvisazione:
il più recente progetto di Casagrande, The Ancient
Battle of the Invisible (2012, CAM
Jazz), offre una musica che è tutta un
ribollire di passioni, uno scontro epico tra
sentimenti contrastanti ben espressi dallo
slancio solistico del chitarrista.
In apertura di serata, il quartetto della
cantante Valentina Preda eseguirà un paio
di brani: la ribalta di un importante
palcoscenico festivaliero fa parte del
riconoscimento dovutole in seguito alla sua
affermazione nel concorso “La musica Libera.
Libera la musica” organizzato dalla Regione
Emilia-Romagna. La Preda, nata nel 1981 a
Bologna, inizia a studiare canto a vent’anni.
Con il gruppo Sugar Daddies & The Squeezes
si è classificata seconda al Concorso
Fujiko Live Show 2012 nella sezione cover. Nel
2013 ha dato il via a un nuovo progetto con il
contrabbassista Felice Del Gaudio: è da
qui che viene la canzone Lonesome Rider
con la quale si è distinta nel concorso
“La musica Libera” e che eseguirà anche
in questa occasione.
Giovedì 15 maggio
Correggio (RE), Teatro Asioli, ore 21:00
“Correggio
Jazz”
DINO RUBINO
SOLO
“Indiobruno”
Dino Rubino – pianoforte
BARBARA CASINI
& ALESSANDRO LANZONI
“Uma Mulher”
Barbara Casini – voce, chitarra; Alessandro
Lanzoni – pianoforte
BARBARA CASINI
- DINO RUBINO - ALESSANDRO LANZONI
“Gran Finale
Trio”
Barbara Casini – voce, chitarra; Dino Rubino –
flicorno; Alessandro Lanzoni – pianoforte
Una serata tutta
in crescendo, che partirà dal piano solo
di Dino Rubino. Il musicista siciliano, dopo una
carriera alternata tra pianoforte e tromba,
è riuscito infine a imporsi praticando
contemporaneamente entrambi gli strumenti.
Vincitore del premio Massimo Urbani come miglior
talento nazionale emergente nel 1998, Rubino fu
poi convocato in diverse occasioni da Enrico
Rava, cosa che gli permise di farsi
ulteriormente notare sulla scena italiana. Dal
2008 suona e incide regolarmente assieme a
Francesco Cafiso, mentre in anni più
recenti ha preso notevole slancio la sua
attività da leader, anche sotto l’egida
discografica dell’etichetta Tuk di Paolo Fresu.
Con “Uma Mulher” si passa alla dimensione del
duo. Barbara Casini, particolarmente nota come
interprete del repertorio brasiliano d’autore,
in questa occasione propone le proprie canzoni,
rivelando un risvolto meno noto ma non meno
importante della sua attività musicale.
In queste sue composizioni, sia in lingua
italiana che portoghese, non mancheranno
passaggi in omaggio ai suoi prediletti autori
sudamericani (Edu Lobo, Chico Buarque, Ivan
Lins...). Ad accompagnare la Casini ci
sarà Alessandro Lanzoni, fresco della
vittoria del Top Jazz 2013 come miglior nuovo
talento.
Il “Gran Finale Trio” raccoglierà poi
assieme sul palco tutti i protagonisti della
serata (con Rubino questa volta allo strumento
d’ottone): una inedita combinazione che promette
un estroso coronamento musicale.
Venerdì 16 maggio
Correggio (RE), Teatro Asioli, ore 21:00
“Correggio
Jazz”
FABRIZIO
PUGLISI “Solo for Piano and Toys”
Fabrizio Puglisi – pianoforte, giocattoli,
oggetti
GIANLUCA
PETRELLA & GIOVANNI GUIDI
“Soupstar”
Gianluca Petrella – trombone;
Giovanni Guidi – pianoforte
Nel corso di due serate,
un piccolo manipolo di talenti del jazz
italiano darà vita a una serie di set
musicali che si comporranno come un puzzle,
con assolo e duetti a rotazione.
Si inizia con una performance in solitudine
di Fabrizio Puglisi, pianista dalla
formazione in parte bolognese e in parte
internazionale. È stata l’Olanda, coi
suoi grandi alfieri di un jazz ben poco
ortodosso, a segnare particolarmente lo
stile di Puglisi: Tristan Honsinger, Han
Bennink, Sean Bergin, Ernst Reijseger. Non
meno significative sono le sue
collaborazioni ‘intercontinentali’: Lester
Bowie, Don Moye, David Murray, Hamid Drake,
John Zorn, Steve Lacy, Don Byron, Butch
Morris, William Parker, George Russell...
Poi il piatto forte della serata, il duo che
affianca Gianluca Petrella e Giovanni Guidi.
Nel giro di poco tempo il loro Soupstar
è diventato un must
del nuovo jazz italiano: una musica che
profuma di nuovo anche quando si appoggia
sugli standard, una partnership di grande
intensità basata su una totale
sintonia espressiva. Il clima musicale
è quanto mai variabile: disteso e
poetico per via della ricercatezza timbrica,
burrascoso e aggressivo all’irrompere delle
prepotenti sfuriate che fanno parte del
bagaglio musicale un po’ dada e un po’ free
sia di Guidi che di Petrella.
Sabato 17 maggio
Correggio (RE), Teatro Asioli, ore 21:00
“Correggio
Jazz”
GIOVANNI
GUIDI SOLO
Giovanni Guidi – pianoforte
JOHN DE LEO
& FABRIZIO PUGLISI
John De Leo – voce, live looping sampler,
giocattoli;
Fabrizio Puglisi – pianoforte, giocattoli
Votato a un modernismo
accattivante dalle armonizzazioni poco
convenzionali, in bilico tra rarefazione
billevansiana ed esplosioni ceciltayloriane,
lo stile pianistico di Giovanni Guidi
è immediatamente riconoscibile
indipendentemente dal contesto che lo
accoglie, dai suoi soli, piccoli gruppi ed
ensemble allargati alla sua partecipazione a
formazioni altrui (in primis
quelle di Enrico Rava, che è stato ed
è tutt’ora per Guidi una sorta di
mentore, avendolo rivelato nella sua band
Under 21 e da allora avendo continuato a
convocarlo in vari altri organici).
Nonostante la sua ancora giovane età
(è nato a Foligno nel 1985), Guidi ha
già fatto man bassa di premi e
riconoscimenti (incluso il Top Jazz come
“migliore nuovo talento” nel 2007) e sta
prendendo il largo sulla scena
internazionale.
Il duo che riunisce i talenti di John De Leo
e Fabrizio Puglisi è stato creato
appositamente proprio per Crossroads
(edizione 2012): un incontro tra
equilibristi dell’improvvisazione capaci di
trasformare ogni brano musicale in una sorta
di thriller
sonoro. Le esperienze coi più
scapigliati jazzisti olandesi aiuteranno
certamente Puglisi a non farsi dribblare di
sorpresa dalle mille metamorfosi del canto
di John De Leo: una voce cha ha lasciato il
segno nel rock (è stato co-fondatore
dei Quintorigo), la musica contemporanea, il
jazz (Enrico Rava, Paolo Fresu, Fabrizio
Bosso, Gianluca Petrella, Stefano Bollani,
Danilo Rea, Roberto Gatto…).
Martedì 20 maggio
Correggio (RE), Teatro Asioli, ore 21:00
“Correggio
Jazz”
ENRICO RAVA
NEW QUARTET
Enrico Rava – tromba; Francesco Diodati –
chitarra;
Gabriele Evangelista – contrabbasso; Enrico
Morello – batteria
Dopo innumerevoli colpi
messi a segno, Enrico Rava rimette la palla
al centro ed è pronto per un nuovo
calcio d’inizio: la stagione 2014 per lui
vuol dire innanzi tutto Rava New Quartet.
Una formazione nuova di zecca messa su con
la freschezza della gioventù:
anagrafica per i tre partner del grande
trombettista, di spirito per Rava, che
all’età di settantaquattro anni
è ancora un leader indomito e non
pare certo intenzionato ad adagiarsi su
cliché né sulla ripetizione di
repertori e formazioni di routine.
Atteggiamento quanto mai apprezzabile da
parte di un musicista che nella sua carriera
ha accumulato collaborazioni, riconoscimenti
ed esperienze tra le più gratificanti
che un artista possa desiderare.
Nuove idee musicali, nuove leve per
eseguirle. Così Rava chiama alla sua
corte il chitarrista Francesco Diodati
(classe 1983), dal suono pittorico, carico
di effetti elettronici eppure ben radicato
nel linguaggio della tradizione
afro-americana; il contrabbassista Gabriele
Evengelista (1988), che, ancora fresco
dell’esperienza formativa di Siena Jazz, sta
avanzando sulla scena nazionale con la
velocità d’un centometrista; Enrico
Morello (1988), che già spazia sulla
scena internazionale e nel cui drumming
si rispecchia la sua curiosità capace
d’abbracciare stili musicali, nonché
epoche jazzistiche, diversi.
Mercoledì 21 maggio
Correggio (RE), Teatro Asioli, ore 21:00
“Correggio
Jazz”
ON DOG
Mark Solborg – chitarra elettrica, chitarra
acustica, Moog;
Francesco Bigoni – sax tenore, clarinetto;
Bebbe Scardino – sax baritono, clarinetto
basso;
Piero Bittolo Bon - sax alto, clarinetto
basso, flauto; Marc Lohr – batteria,
electronics
Nel 2012, Crossroads
propose nel suo programma un concerto nel
quale due trii, accomunati dalla presenza
del sassofonista Francesco Bigoni,
condividevano il palco: gli Hopscotch e i
Crisco 3. Ora quell’esperienza seminale
è maturata in una nuova e stabile
formazione: il quintetto On Dog.
Gli On Dog viaggiano sull’asse che collega
il più creativo jazz italiano con i
più stimolanti fermenti del jazz
danese: a indicare le coordinate
modernistiche della musica sono infatti il
chitarrista danese Mark Solborg e il
ferrarese Bigoni, anche lui ormai da anni
residente a Copenhagen. I musicisti al loro
fianco sono quanto di più adatto per
dare vita a una musica la cui accurata
scrittura sviluppa le componenti polifoniche
e contrappuntistiche, affiancando folgoranti
esplosioni dal dinamismo rock a sezioni
cameristiche dalla delicatissima filigrana
sonora.
La lunga familiarità che intercorre
tra i membri del quintetto fa sì che
le loro collaborazioni siano spesso
condivise: come solisti o assieme, i membri
degli On Dog hanno suonato al fianco di Evan
Parker, Jim Black, Herb Robertson, Chris
Speed, Jamaaladeen Tacuma, Hank Roberts,
Bobby Previte, Gianluca Petrella, Enrico
Rava.
Giovedì 22 maggio
Correggio (RE), Teatro Asioli, ore 21:00
“Correggio
Jazz”
EIVIND
OPSVIK OVERSEAS
“Overseas
IV”
Eivind Opsvik – contrabbasso;
Tony Malaby – sax tenore, sax soprano; Jacob
Sacks – pianoforte;
Brandon Seabrook – chitarra; Kenny Wollesen
– batteria
Un norvegese a New York:
Eivind Opsvik, nato a Oslo nel 1973, risiede
nella Grande Mela ormai dal 1998. Lì
si è formata anche la sua band
Overseas, che dal 2002 a oggi ha dato alle
stampe quattro dischi (intitolati
semplicemente con numeri romani consecutivi)
che sembrano capitoli di un work in
progress musicale attraverso la cui
modernità è facile vedere in
trasparenza un certo tocco di vintage
jazzistico. Le spiccate personalità
solistiche di tutti i membri di questo
quintetto sono garanzia di una musica audace
e sofisticata.
Opsvik è un musicista poliedrico,
quasi un ‘attivista’ musicale: oltre al
basso si cimenta con tastiere d’epoca, la
chitarra lap steel, la batteria; compone,
produce e gestisce una sua etichetta
discografica, la Loyal Label. Come leader,
oltre a guidare gli Overseas, Opsvik ha un
progetto in completa solitudine e un curioso
duo di pop avanguardistico assieme ad Aaron
Jennings. Come ogni bassista dalla forte
personalità, Opsvik è anche
assai richiesto da numerosi band leader:
Tony Malaby, Mary Halvorson, Skuli
Sverrisson, Håkon Kornstad, David
Binney (in una band con Brian Blade e Craig
Taborn)...
Venerdì 23 maggio
Correggio (RE), Teatro Asioli, ore 21:00
“Correggio
Jazz”
JAKOB BRO
TRIO
Jakob Bro – chitarra; Thomas Morgan –
contrabbasso; Jon Christensen – batteria
Se il nome di Jakob Bro,
chitarrista danese classe 1978, vi è
poco familiare, prendete in mano il suo
recente disco
December Song (2013) e avrete
referenze sufficienti a metterlo nel novero
degli artisti ai quali prestare molta
attenzione. La line up che Bro ha messo
assieme per la sua musica è a dir poco
sensazionale: Lee Konitz, Craig Taborn, Thomas
Morgan e addirittura il collega di strumento
Bill Frisell. Ma Bro non è nuovo a
situazioni del genere. Anche dal vivo lo si
è ascoltato a capo di formazioni da
finale dei mondiali di jazz, come quella che
raccoglieva al suo fianco Tom Harrell, Joe
Lovano e Lee Konitz. Insomma, Bro, che
continua a risiedere in quella culla del jazz
europeo che è Copenhagen, si muove
sfacciatamente bene sulla scena internazionale
e dimostra che si può ancora
raggiungere la vetta imparando a fare musica
alla vecchia maniera: quasi completamente da
autodidatta. La sua carriera ha preso slancio
a partire dal 2000, soprattutto per via della
sua presenza fissa nella Electric Bebop Band
di Paul Motian e nel quintetto di Tomasz
Stańko. Poi ha accumulato numerose altre
collaborazioni di valore (con Mark Turner,
Jeff Ballard, Kurt Rosenwinkel, Chris Speed…)
nonché premi, raccolti a profusione
soprattutto in patria.
Non c’è poi migliore definizione della
sua musica, i cui tratti paesaggistici la
rendono assai anomala in termini jazzistici,
che quella fornita da Frisell: un “oceano”, un
luogo dove può accadere di tutto, dove
i musicisti galleggiano uno sulla musica
dell’altro.
Sabato 24 maggio
Correggio (RE), Teatro Asioli, ore 21:00
“Correggio
Jazz”
DJANGO BATES’
BELOVÈD
Tributo a Charlie Parker
Django Bates – pianoforte;
Petter Eldh – contrabbasso; Peter Bruun –
batteria
Nato nel 1960 a Beckenham
(Gran Bretagna), Django Bates è un raro
esempio di musicista poliedrico: renderne
conto in maniera univoca è davvero
impossibile data la varietà della sua
produzione musicale. Innanzi tutto lo si
può ascoltare nelle vesti di pianista e
tastierista ma anche al corno, e non
secondaria è la sua attività di
compositore e direttore d’orchestra. La sua
carriera da jazzista non lo ha certo
trattenuto dal cimentarsi con la musica
sinfonica, per il cinema e anche per il circo.
Dagli anni Ottanta a oggi le esperienze che
più hanno caratterizzato la carriera di
Bates sono le sue formazioni Human Chain (di
piccole dimensioni, dall’organico variabile) e
Delightful Precipe (di grandezza orchestrale).
Come sideman,
Bates è stato convocato
dall’intellighenzia del jazz più
sofisticato: George Russell, George Gruntz,
Tim Berne, Vince Mendoza, Michael Brecker…
Con il suo progetto “Belovèd”, Bates
rende omaggio a uno dei generi jazzistici
più ‘bellicosi’: il bebop di Charlie
Parker. Ma gli innumerevoli e caratteristici
brani col metronomo a rompicollo non
esauriscono l’universo espressivo di Parker,
che fu anche un irresistibile esecutore di
ballad e di quella che il marketing moderno
definirebbe “music for lovers”. Ed è
proprio alla luce di questo Parker più
intimistico che il pianista britannico si
muove da par suo: aspettatevi l’inaspettabile,
seduzioni melodiche e ironia tagliente,
‘attentati’ sonori e passaggi trasognati, sino
al completo sovvertimento espressivo dei
brani. In Bates come in Parker, l’avanguardia
galleggia sopra le onde della musica
più orecchiabile.
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